mercoledì 26 dicembre 2012

Happy ending

Solitamente non riesco a ricordare i sogni che faccio, ma di recente ne ho fatto uno che mi rimane tuttora impresso nella memoria. E' così: praticamente mi trovo al Mataluna (storico pub de La Rossetta, ad un tiro di schioppo da Alfonsine) in una serata invernale (anzi, proprio il giorno del solstizio d'inverno) e davanti a me sul palco ci sono il sindaco Molinari col berretto da Babbo Natale e Marlo (un po' brillo) intenti a cantare 4 marzo 1943 di Dalla. A lato del palco, un tavolo ospita Radio NK; mi fermo dal sig.Savini per chiedergli "Ma come ho fatto ad arrivare a questo?" indi mi dirigo verso il palco e mi unisco ai due che lo occupano per macellare indegnamente la canzone.
Bene, facciamo finta che non sia stato un sogno e partiamo dal principio.
Con cadenza biennale i Jean Fabry organizzano al Mataluna il Raduno Universale Raschiatori Di Barili, serata votata al disimpegno e al cazzeggio più o meno organizzato; orbene, con l'anno bisesto ormai agli sgoccioli si è riusciti in extremis a piazzare l'ennesimo raduno nel giorno della fine del mondo (leggenda metropolitana molto popolare negli ultimi tempi) e ci si è fatti provare pronti (?) all'appuntamento, denominato Cul De Sac dal nostro grafico/webmaster/fotografo Gnelez.
Com'è andata? Diciamo tra la catastrofe e il trionfo (come al solito). Va detto che per tutta la serata abbiamo avuto il supporto del maestro Guberti al sax, presenza fondamentale e collante nei momenti più difficili. C'è stato modo di effettuare il primo e unico mini-tour di Bisesto, album che qualcuno ha definito "necessario". Poi si è passati ad una sorta di Linguaza 3.0, dove abbiamo dato il meglio / peggio di noi stessi eseguendo quattro brani originali in dialetto romagnolo copiati poi da artisti internazionali tuttora impuniti (per non fare nomi: R.E.M., Nirvana, Radiohead e i meno conosciuti Nerves, grazie al contributo del sig.Ragazzini).
Dato l'approssimarsi delle elezioni politiche abbiamo dato grande spazio alle primarie per Molinari Sindaco e Presidente, il quale ha convinto i presenti con un discorso programmatico schietto e combattivo ed è stato eletto all'unanimità. Il futuro presidente si è esibito per la folla, cantando tra le altre Jingle Bells Campanèla e una versione strepitosa de La balilla di Gaber. Per restare in tema ci siamo cimentati nella classica Ho visto un re, vecchio desiderio infine realizzato con risultati non indecenti. Avvicinandosi a fondo del barile è arrivato il momento della jam, con gradito ospite Lelo al flauto traverso in Parallelo e nella nuova Cul de sac. Visto il periodo natalizio non potevamo esimerci (ehm, forse sì) dalla cover di Caravan of love con tanto di ritornello bis invocato dai fans (tra i quali l'esimio prof.Cantalupi, sempre presente nelle occasioni che contano). Alla fine, dopo svariati "classici" Jean Fabry ho richiesto personalmente l'ultima canzone: E la balena, pezzo simbolo di questo anno bizzarro e meraviglioso. Che altro dire? Nel post-concerto Mirko (il Nostromo), parlando della mia acciaccata salute colpita dai malanni di stagione ha cercato di convincermi che il raffreddore non è contagioso. Lelo ha chiesto per la prossima volta di esibirci in giacca e cravatta: promettendo che prima o poi sarà accontentato, ringrazio lui e gli altri due padroni di casa Andrea e Elisa. Quest'ultima è rimasta stupita dalla mancanza in scaletta de I pappi dei pioppi, ma mi sento ragionevolmente di poter affermare che il Mataluna avrà la possibilità di vedere ancora svolazzare dei pappi in un prossimo futuro, fine del mondo permettendo.

martedì 18 dicembre 2012

Cul de sac

Mondo, non ci hai lasciato scelta. Ci hai sfidato, ci hai provocato, ci hai costretto a reagire. E noi, dal fondo del nostro barile, risponderemo come si conviene. Aspetta solo un paio di giorni e vedrai.

venerdì 14 dicembre 2012

This is the end

Lo ammetto, tutta questa storia della fine del mondo mi era parsa una immane baggianata. Mea culpa. E' tutto vero, invece. Ecco nella foto la prova inconfutabile: il Gabibbo stamattina a Russi (RA).

mercoledì 12 dicembre 2012

12.12.12

Ecco i 12 album del 2012 che ho ascoltato di più (ordine alfabetico):

Alt-J - An awesome wave
Fiona Apple - The idler wheel is wiser than the driver of the screw and whipping cords will serve you more than ropes will ever do
Diaframma - Niente di serio
Dinosaur Jr - I bet on sky
Dirty Projectors - Swing lo magellan
Bob Mould - Silver age
PiL - This is PiL
Quakers - Quakers
Patti Smith - Banga
The Monochrome Set - Platinum coils
Neil Young - Americana / Psychedelic pill
Massimo Zamboni - 30 anni di ortodossia

Ed eccone altri 12:

Damon Albarn - Dr.Dee
David Byrne + St.Vincent - Love this giant
Neneh Cherry & The Thing - The cherry thing
Django Django - Django Django
Bob Dylan - Tempest
Egyptian Hip Hop - Good don't work
Offlaga Disco Pax - Gioco di società
Malka Spigel - Every day is like the first day
Sharon Van Etten - Tramp
Scott Walker - Bish Bosch
Wire - Black sessions
XX - Coexist

E altri 12 (poi basta):

Blur - Under the westway / The puritan
Graham Coxon - A + E
Dum Dum Girls - End of daze
Edda - Odio i vivi
Grand Duchy - Let the people speak
Il Lungo Addio - Cesenatico
Il Pan Del Diavolo - Piombo, polvere e carbone
LCD Soundsystem - Shut up and play the hits [DVD]
Manzoni - Cucina povera
Mission Of Burma - Unsound
The Pogues - In Paris
Pussy Riot - Kill the sexist!

mercoledì 21 novembre 2012

La felicità è un coltello caldo

Ogni tanto succede ancora. Dopo milioni di ascolti più o meno "telefonati" salta fuori un disco inaspettatamente bello e, di conseguenza, importante. E che due palle, uno dice: ci mancava solo il disco importante. Mi permetto di dire che i dischi importanti servono eccome, e chi non ci sta non sa cosa si perde. Oh, per carità, de gustibus: viviamo in un mondo libero, se non ricordo male. La ragazza col polpo sulla testa è Fiona Apple, e per quel che mi riguarda ha fatto proprio un gran bel lavoro: The Idler Wheel Is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do. Non la conoscevo, pare che negli anni abbia riscosso un notevole successo (cosa che noi indie-snob solitamente indie-snobbiamo) e il cantautorato pianistico col mal di vivere non è mai stato il mio genere, MA. Com'era quel luogo comune? Questo album cresce ad ogni ascolto. I pezzi son belli, le esecuzioni splendide, gli arrangiamenti (minimali) perfetti. La voce di Fiona Apple è molto espressiva e poco manieristica, qua e là mi ricorda il Lennon del doppio bianco. Come diceva Palombo (Riccardo Pangallo) citando Eraclito? Chi non si aspetta l'inaspettato non troverà la verità.

If I'm butter, if I'm butter,
If I'm butter, then he's a hot knife,
He makes my heart a cinemascope screen
Showing the dancing bird of paradise.

Fiona Apple, "Hot knife"

lunedì 15 ottobre 2012

La cacca del camaleonte


Weekend da rockstar per i Capra & Cavoli. Sabato in quel di Nonantola (MO) (dove andavo da giovane, in pellegrinaggio al Vox Club) per festeggiare la riapertura della biblioteca danneggiata dal terremoto di primavera. Inutile dire che ci siamo molto divertiti, Giancarlo della Fonoteca è stato il nostro fonico d'eccezione ed è intervenuto anche il sindaco Molinari, in gran spolvero in vista delle elezioni. Siamo usciti di scena (o per meglio dire, di strada) sulle note de La canzone del tritone bagnata da un bel temporale autunnale. Abbiamo anche avuto l'ardire di proseguire l'happening all'interno della biblioteca (sezione ragazzi) grazie alla gentilezza di Maria Pia. Il giorno dopo, tappa al Magazzino del sale di Cervia (RA) in occasione della chiusura della mostra del Festival delle arti 2012. Anche qui sono successe cose mirabolanti: intanto abbiamo usufruito di una amplificazione a dir poco "vintage", poi Guido ha cantato per noi Cenere d'amore e Matteo ha suonato la T + I e fatto i cori sul Tritone. C'è stato spazio anche per le richieste: I pappi dei pioppi e Rotoballe (per la dott.ssa Francesca). Infine, la Sofi ha posto agli astanti la domanda fatidica: "Di che colore è la cacca del camaleonte?". Risposte varie ed eventuali.

giovedì 4 ottobre 2012

I have a dream

Quando Marlo si è trovato sul palco e ha visto dinanzi a sè il lungo pratone dei giardini pubblici di Ravenna, non ha potuto esimersi dal pronunziare le fatidiche parole di MLK "I have a dream". Di sogno in effetti si trattava, dato che i Jean Fabry / Capra & Cavoli non si trovavano a Washington nel 1963, bensì nei pressi della giustamente rinomata Loggetta Lombardesca, A.D. Bisesto. Si trattava di partecipare alla manifestazione Bimba Mia Bimbo Mio, megaraduno di svariate associazioni organizzato dal Teatro Del Drago. Il gruppo al completo (compresi il Maestro Guberti e la Sofia) ha quindi intrattenuto gli astanti al ritmo di Pimpirulin e compagnia bella (compreso un conclusivo Circo Bidone che ha fatto drizzare le antenne a molti, risvegliando il ricordo della allegra compagnia circense di Francois & C.). Il Sindaco Molinari (prossimo al rientro nell'agone politico) ha addirittura violato la sacralità della scaletta lanciando una Stringi le viti di tanto in tanto imprevista ma comunque benvenuta. Che altro dire? Bella giornata, bella gente, bravi tutti e alla prossima.

martedì 25 settembre 2012

I lost myself

Se mai dovessi sintetizzare la mia esperienza di concerti "rock" in un solo singolo evento, sceglierei sicuramente l'ultimo al quale ho assistito, i Radiohead a Firenze. Questo non tanto per il concerto in sè (peraltro molto bello) quanto per tutto il contorno, che esige oramai una quantità di passione troppo alta per le mie possibilità. Di live, piccoli o grandi, ne ho visti ormai parecchi e forse è giunto il momento di dedicarmi ad altro, evitando soprattutto eventi di tali dimensioni. Che senso ha comprare il biglietto dieci mesi prima? E stare in fila mezz'ora per una birra perdendosi l'inizio del concerto? E trovarsi pigiati come sardine a rimirare dei puntini laggiù in lontananza? E impiegare un'ora di cammino per lasciare il Prato delle cornacchie sotto i riflettori della Protezione Civile? Eccetera, eccetera. Il bello è che nonostante tutto mi sono persino divertito e ho avuto il mio bel momento singalong cantando a squarciagola "i lost myself, i lost myself, i lost myseeeeelf" che è l'equivalente mainstrindie di "io vagabondo che son io vagabondo che non sono altro". Comunque basta, dài. Molto meglio ascoltare in macchina l'ultimo dei Dinosaur Jr! O no?

sabato 8 settembre 2012

lunedì 3 settembre 2012

Babbo, hai sbagliato


Il tour estivo (?) è praticamente terminato a Ca' Vecchia, popolare centro sociale di Voltana (frazione di Lugo di Romagna). Bel posto, bella gente, belle iniziative, eccetera eccetera. Ci siamo presentati con la formazione più completa possibile, comprensiva del maestro Guberti al sax e e di Sofia Baruzzi alla voce in tre pezzi (con l'ausilio di Marta Facchini). La formula è quella che ormai ci ha portato a girare il mondo e a diventare ricchi e famosi: niente prove, soundcheck al volo, repertorio misto (filastrocche, punk mentale e il consueto spazio del sindaco Molinari), microfono aperto per tutti con conseguente sequenza interminabile di baggianate, svariati errori, momenti di improvvisazione più o meno riusciti e mezz'ora di bis (richiesti persino dal pubblico). Momento topico della serata? Come ultimo bis abbiamo eseguito Bella Ciao e sono riuscito a saltare una strofa, ma niente paura: la Sofia (al microfono) lo ha fatto notare a me e a tutti i presenti con uno spietato "Babbo, hai sbagliato" che rende bene l'idea sui rapporti di forze all'interno della famiglia. Così, tra gli sghignazzi dell'auditorio abbiamo potuto correggere l'errore e portare a termine l'ennesima grande serata del circo Jean Fabry.

sabato 18 agosto 2012

Massa Finalese 11/08/2012


Assieme ad Altr'e20 e ad altri compagni di avventura abbiamo fatto un salto nelle zone emiliane colpite dal terremoto, dove si fatica quotidianamente per tornare al più presto alla normalità. Quest'ultima è senz'altro un concetto opinabile ma quando manca si sente!

venerdì 3 agosto 2012

Closer to fifty

Dài, va là, il revival degli Anni Novanta no, per favore. Io, che c'ero (e qualcosa ricordo) posso dire a ragion veduta (?) che nascevano già come revival di tutti i decenni precedenti messi assieme: il grunge dai Settanta, il britpop dai Sessanta, il post-rock dai... vabbè ci siamo capiti. Prendiamo uno dei gruppi cardine (che piaccia o no) dei Novanta, i Blur: paradossalmente erano "attuali" ai loro inizi, quando praticavano uno shoegaze poppettaro abbastanza alla moda. E poi? One step beyond! Nel loro momento commercialmente più critico volsero lo sguardo al passato e crearono una mitologia: i Kinks, gli Xtc, gli Specials, un po' di synthpop, un pizzico di Bowie e fu il successo, grazie anche ad un leader belloccio capace di scrivere canzoni memorabili e memorizzabili, il signor Damon Albarn. Nel breve volgere di qualche anno la nuova ondata britannica cambiò pelle, consegnando il mondo agli Oasis, una sorta di Ligabue albionici in grado di riempire gli stadi lasciando ai Blur le briciole. A quel punto, con un colpo da maestro, Albarn e soci si reinventarono più rumorosi e al contempo sperimentali, dando più spazio alla chitarra di Graham Coxon e a certi modernismi retrò dell'epoca. Imbroccarono qualche altro bel singolo e (ormai si può dire) alla lunga vinsero la guerra coi rivali, che ancora campano di rendita coi primi due dischi. Litigi interni portarono i Blur allo scioglimento, fino a quando furono anch'essi colpiti dal morbo della reunion: una prima volta qualche anno fa, poi una ricaduta nell'anno in corso con tanto di concertone in occasione delle Olimpiadi inglesi. In questi giorni hanno ripreso l'attività live, rompendo il ghiaccio dai microfoni della BBC con un paio di esibizioni sporche e imprecise ma vive e pulsanti come ai vecchi tempi. Insomma, si sarà capito: ero e sono un fan, e quando il testo di End of the century è cambiato da "closer to thirty" a "closer to fifty" mi sono un po' fischiate le orecchie. Woo hoo, indeed.

domenica 22 luglio 2012

Purchè sia rock

Detto fatto. Per alzare un po' più in su l'asticella (vedi post precedente) ci siamo esibiti in quel di Marina Romea col gruppo al completo (dentro anche il Sindaco al basso e Giulio alla batteria umana), in modo da amplificare il più possibile il caos e le deviazioni in corso d'opera. E magari fare uno spettacolo decente. Si trattava di portare AmbarabàCDcocò a Bimbinfiaba, bella manifestazione per bambini grandi e piccoli (magari in vacanza nonostante la famosa crisi). Con mio notevole stupore c'era molta attesa per la nostra esibizione ed è finita con quasi due ore di concerto. La gioventù danzante sotto al palco (e anche sopra) ha dato sfogo ai suoi istinti praticamente senza fermarsi mai e quando, dopo un Circo bidone pirotecnico (impreziosito dal sax del maestro Guberti, graditissimo ospite a sorpresa) ho annunciato che trattavasi dell'ultimo pezzo, una ragazzina mi ha chiesto se stessi per caso scherzando e ne voleva ancora. "Quale vuoi?" "Quello che vi pare, purchè sia rock.". Si è beccata I pappi dei pioppi con tanto di chitarra distorta, e con lei se la sono beccata pure tutti gli altri. Durante il set è successo un po' di tutto e siamo stati più di una volta vicini al corto circuito, le gags verbali si sono succedute una dopo l'altra, dalle più squallide alle sublimi, ci sono stati i consueti errori dovuti alla cronica mancanza di prove ma in conclusione è stato un piccolo trionfo. D'altronde, quando ti viene chiesto il bis di I'm a little airplane (Richman) vuol dire che hai conribuito a fare del mondo un posto migliore.

sabato 14 luglio 2012

E la balena

No, non è una balena: è un maggiolino. Anche se siamo in luglio. Ma può succedere, di questi tempi di anticicloni e spending review. Può succedere anche che in una calda sera estiva tre pagliacci di mezza età si ritrovino ad intrattenere un bel pubblico all'arena del parco John Lennon di Mezzano (RA). Sembra quasi di vederli, con i loro numeri da avanspettacolo punk! Gli aeroplanini di carta con a bordo i pappi dei pioppi, i (finti?) errori durante i pezzi per creare un po' di suspence, gli stormi di cavallette e maggiolini attirati dai faretti a mo' di cornice vivente e l'ultimo pezzo (E la balena) suonato sugli spalti con la tastiera giocattolo. Facile, così. Troppo facile. Qua bisogna alzare l'asticella. Se no non ci si diverte mica più!

lunedì 9 luglio 2012

giovedì 28 giugno 2012

The taste of life

Ogni tanto penso di non avere più niente in comune con il me stesso del passato. Cioè, proprio neanche una molecola. I ricordi fanno parte di me in quanto "tramandati" da un passaggio all'altro ma mi sembrano roba vissuta da qualchedun'altro. Ora però lascio di corsa queste pericolose acque new age e passo all'esempio. Venticinque anni fa, nella seconda metà dei famosi anni ottanta, mi ritrovavo militare a Villafranca di Verona e un giorno mi giunse la lieta notizia della nascita della prima figliola di Pappi e della Monica, tale Chiara. L'altra sera ho vissuto l'oltremodo bizzarra esperienza di tornare a Villafranca assieme a padre e figlia in occasione del cocerto dei Portishead. Mooolto strano. Ma normale. Come diceva già quello? "Ah, but I was so much older then / I'm younger than that now". Proprio vero! Sarà che ho giocato al soldatino sul finire dell'adolescenza, ma adesso mi pare davvero di essere al contempo più decrepito ma anche più gggiovane. Quando a un certo punto son partite le note di Mysterons ho avuto un altro flashback, stavolta più vicino alla mia attuale incarnazione: diciassette anni fa, al festival di Reading, la musica che che si alzava ogni sera dalla tendopoli era proprio quella lì. Poi è arrivato l'ultimo ricordo, cioè quando in tempi più recenti (2008) io e l'Elisa abbiam festeggiato dieci anni di convivenza a Firenze al cospetto del gruppo di Bristol. Che dire di loro? Un branco di nerds che hanno saputo inventare un genere (il "famigerato" trip-hop), con un gusto della costruzione dei pezzi veramente fuori dal comune. La Beth Gibbons viene da un altro pianeta ed è molto triste perchè non tornerà mai più a casa. Geoff Barrow è sempre convinto di essere nella sua cameretta a fare lo scratch e a picchiare su un rullante. Adrian Utley è come se suonasse The persuaders (Attenti a quei due, per capirci) sotto l'effetto di un allucinogeno. Da manuale il resto della band, con un nuovo bassista che ha fatto tremare più volte il Castello Scaligero con le sue frequenze. Il materiale dell'album più recente risulta tuttora fresco e concreto, mentre i classici sono i classici e non c'è niente da dire. Aspetto con ansia il nuovo album, che con i loro tempi arriverà più o meno nel 2032. E io sarò ancora più gggiovane.

mercoledì 20 giugno 2012

Bisesto (parte sei)

Sono in cucina. Fra poco è il solstizio d'estate 2012. Dalla finestra giunge nitidamente l'eco della Festa Dell'Unità di Russi. Da qualche anno si tiene nel parcheggio sul retro del Mercatone, proprio a ridosso della via Cacciaguerra dalla quale ogni giorno vedo il tramonto, tranne quando non sono a casa o quando piove. Stanno suonando Smoke on the water. Ieri sera a quest'ora c'erano i Jean Fabry, che in condizioni disperate stavano arrancando durante un'esibizione nello spazio bar-pizzeria, impegnati allo stremo in una lotta impari contro i volumi del liscio sul palco centrale. Sapevamo che sarebbe andata così ma ci siamo andati lostesso. Abbiamo eseguito anche quattro pezzi da Bisesto, l'album appena terminato. Forse abbiamo esagerato. Forse abbiamo fatto le prove per un prossimo concerto. Forse domani il campo davanti a casa mia sarà pieno di rotoballe. Buon solstizio.

lunedì 4 giugno 2012

Bisesto (parte cinque)

Da Back to the future a Donnie Darko, i viaggi nel tempo rappresentano uno dei classici clichè della fantascienza oltre che una legittima aspirazione di molti di noi ogni qualvolta il presente risulti un po' sgradevole. Venerdì primo giugno 2012 al Centro Culturale Valtorto si è aperto un varco spazio-temporale che ha riportato i presenti all'estate 1990, precisamente ai tempi di Torbido Blok. L'esperienza è stata notevole ma straniante: l'introduzione video di Federico Savini (ineccepibile) e la presentazione di Riccardo Ragazzini (ineffabile) hanno guidato reduci e curiosi in questa bizzarra esperienza, con tanto di reliquie dal vivo (la bicicletta gialla e il quadro del centravanti scomparso) e figli sghignazzanti per la ridicole imprese di gioventù dei loro genitori sullo schermo. E naturalmente al bar del Valtorto si serviva il Torbido Blok, "la bevanda dell'estate, frizzante e spiritosa" (Ragazzini). Durante la serata si è manifestata più volte "la catarsi" (sempre Ragazzini), sia nel film che nella successiva esibizione dei Jean Fabry (full band version), protagonisti di una scaletta con qualche richiesta esaudita sudando freddo, qualche pezzo di Bisesto e una Zavaglio generale conclusiva eseguita come se il pubblico non ci fosse. La mattina successiva via in studio per continuare i lavori; registrato anche un (imprevisto) quattordicesimo pezzo e effettuati i primi mix. La meta sembra più vicina: voglio proprio vedere dove vogliamo arrivare.

martedì 22 maggio 2012

Bisesto (parte quattro)

Weekend campale per il punk mentale: sabato mattina Jean Fabry in studio per proseguire i lavori in corso per il famoso nuovo album Bisesto, che secondo i miei calcoli sarebbe dovuto uscire (nell'ordine) il 29 febbraio, il primo aprile, il 21 aprile, un giorno qualunque di maggio e invece uscirà solo quando sarà finito. Sono stati registrati i contributi vocali del sindaco Molinari e di Sofia, che nell'occasione si è esibita anche al kazoo. Come al solito, la produzione si è rivelata più laboriosa del previsto e comincia a farsi strada un po' di rammarico per l'impossibilità di una vera e propria pubblicazione, dato che la fatica forse la meriterebbe. Comunque, sono le mie solite menate fondate sul nulla ed è meglio accontentarsi delle possibilità della diffusione sulla cosiddetta rete internet come milioni di altri artisti della domenica (e pure del sabato). Nel pomeriggio Capra & Cavoli si sono esibiti alla terza edizione del Marameo Festival, sciorinando venti minuti incorniciati da una pioggerella fastidiosa che ha reso il tutto ancora più interessante: bimbi vecchi e giovani hanno cantato con noi le ben note filastrocche di Ambarabà e abbiamo approfittato dell'occasione per presentare ancora una volta La canzone del tritone con un ispirato Giulio alla batteria (messo a dura prova dalla stage invasion di svariati pargoli alquanto vivaci). Domenica io e Marlo abbiamo concesso il bis, con tanto di pioggerella (ancora) e come ciliegina sulla torta il collasso del mio amplificatore. Dopo svariati tentativi di rianimarlo e l'abbandono da parte del pubblico (direzione picnic) l'amico Riccardo ci ha gentilmente prestato una sua spia (non finiremo mai di ringraziarlo) e siamo riusciti a proseguire l'esibizione per i campeggiatori, prima che la pioggia avesse definitivamente la meglio.

domenica 29 aprile 2012

Bisesto (parte tre)

"E' una produzione o una pre-produzione?" mi chiede Ivano del Dunastudio, dove sono ripresi i lavori per Bisesto. "E' una produzione. Registriamo, poi mettiamo gratis sul sito e basta.", faccio io. Poi aggiungo: "Abbiamo tutti un lavoro e una famiglia ma il gruppo va avanti. Son tanti anni, ormai.". E lui dice una cosa che mi è rimasta impressa: "Per voi è un'identità.". Gli rispondo di getto: "Sì, ecco, bravo. Un'identità." e mi trovo di colpo catapultato nel mondo degli architetti che si realizzano solo quando curano l'orto o dei ragionieri col pallino del cicloturismo. E' l'unico modo ragionevole di spiegare il motivo per cui tre ultraquarantenni si sottopongono ad un tour de force di sei ore in studio di registrazione inseguendo l'impossibile, cioè il "buona la prima" che non arriva quasi mai. Incastrare i reciproci impegni con la fitta agenda dello studio sta diventando sempre più difficile, ma si tira dritto. Che vita è se non si ha un'identità?

sabato 28 aprile 2012

In famiglia



Mi viene spontaneo collegare il 25 aprile all'Emilia centrale, con epicentro grosso modo a Reggio. Da un paio d'anni mi reco al Museo Cervi, dove ci si raduna per far festa e ripassare un po' la storia (anche quella recente). Il mio onnipresente cinismo mi fa sempre tenere alta la guardia contro ogni forma di strumentalizzazione, opportunismo, ipocrisia e retorica ma, di contro, la mia genetica naivetè mi rende protagonista di slanci incoscienti in preda a chissà quali speranze. Quindi? Quindi tutti nel calderone fra partigiani, giornalisti militanti, musica resistente e gnocco fritto! Il sociale si è fatto personale quando io, Pappi e il sindaco Molinari siamo andati a far due chiacchiere con la Mara degli Ustmamò, protagonista negli ultimi anni di una rivisitazione del canzoniere anarcosindacale intitolata Dio Valzer. Peccato che il vento abbia fatto di tutto per rovinare la loro esibizione: ci rifaremo. Intanto resta nella nostra labile memoria una gran bella giornata "in famiglia".

domenica 1 aprile 2012

venerdì 30 marzo 2012

mercoledì 28 marzo 2012

martedì 27 marzo 2012

Torbido Blok





Come capitalizzare un mese di riposo forzato per una frattura costale? A parte cercare di rimettermi in sesto per il resto del bisesto (inteso come anno, non come fantomatico album dei Jean Fabry), ho anche ben pensato di:
1) guardarmi qualche film, tipo la filmografia di Noah Baumbach, il documentario Derailroaded sul grande Wild Man Fischer e persino Bubba Ho-Tep (notevole zavaglio horror-surreale)
2) chiamare gli elettricisti per mettere finalmente in sicurezza la casa (non c'è mai stata la messa a terra)
3) montare Torbido Blok
Su quest'ultimo punto credo di dover dare delle spiegazioni, in primo luogo a me stesso: Torbido Blok è un film (se così lo vogliamo chiamare) girato nell'anno 1990 in pregiatissimo VHS dall'allegra combriccola pre-Jean Fabry. Fu montato due anni dopo con tecnologie rudimentali (Video 2000 vi dice qualcosa?) da me e Roto. Nel 1998 (e già ci sembrava passata un'era geologica) fu addirittura mostrato in pubblico e in quell'occasione un referendum stabilì il titolo, per l'appunto Torbido Blok. In tutti questi anni si è sempre favoleggiato di rimontarlo con l'ausilio delle nuove tecnologie digitali, per concludere (in) degnamente la questione. Indovinate? Non si è mai trovato il tempo. Fino alla costola rotta. E così son partito, senza sapere bene dove sarei arrivato. Ogni tanto ho smarrito la strada, perdendomi in quei dialoghi post-adolescenziali e in quelle immagini che definire naif è un complimento. Perchè lo facemmo? Come facevamo ad essere così motivati? Come è stato possibile mettere assieme un branco di artistoidi ruspanti così ben assortito, ognuno con le sue belle ideuzze scombiccherate ma chiare a tal punto da bisticciare per un'inquadratura o una battuta? E adesso? Nel 2012? Perchè ho voluto farlo davvero? Quando ho manifestato le mie intenzioni malsane c'è chi è stato entusiasta, chi ha ironizzato e chi mi ha insignito di un prestigioso incarico: diventare la "memoria" del nostro piccolo clan. Quest'ultima affermazione (di Marlo) mi ha provocato un misto di sbigottimento e presa di coscienza: memoria io??? L'uomo più distratto del mondo? Prendo atto. Forse è davvero importante ricordare il centravanti scomparso, l'origine di Melampo, l'ammiraglio, i salatini e tutto il resto. Comunque, per quel che riguarda me (e sottolineo me) Torbido Blok è praticamente finito, anche se non è mai facile dare l'ultima pennellata ad un capolavoro. Sì, perchè di questo si tratta: un capolavoro. Non su questo pianeta, però.

lunedì 19 marzo 2012

Ahi hai

Guai
a prendere alla lettera la musica pop

stai
attento a chi confonde ancora il play con lo stop

vai
tranquillo se qualcuno ti considera snob

ahi
ahi ahi
ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi

hai
giocato a nascondino e tutti gli altri a ping pong

sai
per essere normali è necessario uno shock

ahi
le botte fanno male anche quando le do

ahi
ahi ahi
ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi

sabato 3 marzo 2012

Bisesto (parte due)

Massì, dài, Bisesto (o Bi Sesto, o B 1/6, si vedrà) sarà pronto in un battibaleno, bla bla bla. Sarà un instant album, con pochi fronzoli, bla bla bla. Solo io Marlo Pappi e poco di più, in due settimane sarà tutto finito, bla bla bla. Peccato che febbraio sia stato un mese un po' problematico, col suo solito codazzo di influenze (quest'anno particolarmente multiformi e bastarde) e di maltempo (tipo la peggior nevicata degli ultimi trent'anni e forse più). Ah, ma non ci si scoraggia certo per così poco! Nell'unica session di studio non annullata per i motivi di cui sopra, io e il prode Duna abbiamo registrato la batteria elettronica e le chitarre acustiche/elettriche: il tutto in tre ore molto trafelate. Quando tutto lasciava quindi presagire una fuga per la vittoria, tremate tremate le streghe son tornate, portando con sè le buone vecchie superstizioni legate agli anni bisestili. Il giorno 29 febbraio (e quando, se no?) era in programma il ritorno dei Jean Fabry sul palco del Teatro Socjale nell'ambito di una serata organizzata da Cgil per festeggiare la fine della campagna elettorale del sindacato. Va detto per dovere di cronaca e non per sterile lamentela che da qualche mese il sottoscritto è preda di una tosse insistente e molesta; in quel fatato mattino un colpo di tosse più infido degli altri mi ha provocato una notevole fitta al costato, apparentemente senza conseguenze. Al termine della giornata di lavoro mi sono apprestato alle preparazioni per il Socjale e lì mi sono recato, congiungendomi ai miei compari (compreso Giuliani e il sindaco Molinari). Ogni tanto qualche doloretto si faceva sentire, ma cosa vuoi, siamo ormai dei relitti eccetera eccetera. Tra l'altro ho avuto la gradita sorpresa di condividere il pre-esibizione con il signor Stefano Guberti (storico sax della Romagna che fra le sue mille avventure si è anche talvolta mescolato ai Jean Fabry, tanto da apporre il suo marchio alla versione "ufficiale" di E zir d'e clomb) e con il signor Sbranco. Quest'ultimo meriterebbe una lunga digressione, tante sono le sue gesta valorose in ambito musicale negli ultimi cinquant'anni. Questo polistrumentista forlivese viene volgarmente definito "lo Zappa romagnolo" ed è stato protagonista di numerose scorribande artistico-musical-eclettiche tra cui galline al guinzaglio, pitoni da compagnia scappati in mezzo al pubblico, minestra cucinata sul palco (pare pre-Skiantos) e via favoleggiando. Qui lo dico e qui lo nego, ma si sta lavorando per fare qualcosa insieme e se ne parlerà più avanti. Comunque: bella cena in compagnia e poi sul palco per quattro classici e Gli scariolanti. Me ne sono andato piuttosto stanco e dolorante ma tutto sommato soddisfatto. Ho scoperto solo tre giorni più tardi al Pronto Soccorso di avere una costola rotta.