domenica 30 giugno 2019

Folk

Al di là del pop-rock-indie o come lo vogliamo comunque chiamare, ho sempre ascoltato del folk. Dall'irlandese all'italiano, dai vecchi blues all'est europeo, eccetera. Poi hanno cominciato a chiamarla "world music" e non sapevi più in che reparto cercare. Comunque: oltre al punk, è stata la (relativa) semplicità di alcune antiche ballate a farmi imbracciare la chitarra per mescolare il suo suono a quello della mia voce non proprio accademica. Mi è sempre venuto spontaneo considerare la musica folk come figlia delle comuni radici umane, indipendentemente dalla provenienza geografica. Recentemente ho sentito un disco che non solo si basa su questo principio, ma che riesce anche a non risultare una pallosa lezione etnomusicologica. Senz'altro esperimenti di questo tipo sono già stati realizzati mille volte e non si può certo parlare di "novità", ma questo lavoro mi è proprio piaciuto subito molto, perchè mi pare assolutamente non forzato e pienamente riuscito nell'intento di mettere insieme suoni di tradizioni diverse in maniera genuina e "sensata". L'album è "There is no Other" dell'americana Rhiannon Giddens e dell'italiano Vincenzo Turrisi, due musicisti "veri" che con passione sono stati in grado di far convivere gli Appalachi e il Maghreb, la pizzica e i campi di cotone, le arie celtiche e le favelas, il sacro e il profano. Qua non c'è traccia di ingessate tradizioni (leggasi "pigrizia mentale"): solo suoni di ieri, interpretati oggi, per essere ascoltati domani.

domenica 23 giugno 2019

Radical Twist


JEAN FABRY
RADICAL TWIST

1. Costituzionale alé alé 2. Tra un virus e un velox 3. Rido'n'Dante 4. Sotto il sole digitale 5. Tutto e il contrario di tutto 6. ...e vien dal Malcantone 7. L'ultima volta che vado a votare 8. Va pu là 9. La vita fuori dall'internet 10. Radical twist

Antonio Baruzzi: voce, chitarra
Davide "Marlowe" Bassi: voce, tubofono (6), megafono (1,7), raganella (8)
Claudio Molinari: kazax (4), voce (6,9)
Paolo Pappi: tastiere

registrato da Andrea Scardovi
al Dunastudio di Russi (RA) tra febbraio e maggio 2019

grafica: Daniele Zini

Free download su http://www.jeanfabry.net/
E più precisamente qui http://www.jeanfabry.net/audio/RS010_Radical_twist.rar

domenica 16 giugno 2019

One more time

Dopo il famoso (chez nous) cd "Se non vuoi perdere i pezzi" si poteva tranquillamente chiudere bottega con lo studio di registrazione, ma a me piace talmente tanto frequentare quei luoghi che ho proposto agli altri due Jean Fabry di investire il fondo cassa in una nuova impresa discografica: one more time, come direbbe Jonathan Richman. Un po' di pezzi nuovi da parte c'erano e dopo sei mesi di "lavoro" eccoci qua: il nostro buon vecchio hobby ha prodotto un altro album, che sarà disponibile al solito buon vecchio free download sul buon vecchio sito internet. A proposito di internet: il tema generale dei dieci pezzi è proprio esso, anche perchè io son diventato un bel po' paranoico e 'sta cosa dei social mi fa andare (ancor più) giù di testa. Comunque abbiam fatto tutto da Duna come sempre, ché lui ci conosce, ci valorizza e soprattutto ci sopporta. Formazione a trio con: batteria elettronica fine novecento prevalente più del solito (nonostante dal vivo mi rompa le balle usarla), chitarra elettrica rispolverata dal giurassico per quel bel suono marcio che mi ha fatto tanto bene in gioventù, tastierazze trash-vintage by Pappi (e a ben pensarci, qui mi scappa da ridere perchè c'è stato un tempo in cui, oltre al cantato in italiano, la cosa che proprio non reggevo erano le tastiere) e per finire le consuete vociacce. Il sindaco Molinari ha fatto un paio di guest vocals e soprattutto ha suonato il kazax. Marlo col tubofono ha fatto la performance della sua vita e durante le sessions la magia (leggasi "il caso") ha fatto capolino più di una volta. Come si suol dire: se finisse qua sarebbe un lieto fine.

domenica 9 giugno 2019

Giavuloni

La mia attività di "suonatore" con i Jean Fabry è oramai venticinquennale ed ha attraversato varie fasi: quella iniziale della -chiamiamola così- "necessità espressiva", quella velleitaria in cui anelavo al cosiddetto "riconoscimento artistico", quella "sociale" (soprattutto con la costola per famiglie dei Capra & Cavoli) fino a quella attuale: un hobby stravagante per qualche sana scampagnata lontano dalla realtà di tutti i giorni. Lungo la strada abbiamo conosciuto tanta gente che ci ha fatto compagnia, ma mai mi sarei aspettato ciò che è accaduto l'altro giorno a Ravenna. Il Maestro Antonio Sodano (che ha anche partecipato all'album "Se non vuoi perdere i pezzi") ha pensato bene di sposarsi con Saveria nella prestigiosa cornice della Loggetta Lombardesca (tra l'altro la celebrante era Sara Ardizzoni che, fra le tante cose, suona pure coi Massimo Volume) in un bel pomeriggio di giugno. Dovete sapere che questi due (che non ringrazierò mai abbastanza) hanno adottato come "mantra" personale la nostra canzone E la balena (pare protegga dagli spiriti maligni!) e, insomma, ci hanno chiesto di suonarla in chiusura di cerimonia con tanto di coro degli astanti. Io e Marlo (con la collaborazione del testimone Alberto al flautino) l'abbiamo quindi eseguita con trasporto e incredulità: tra l'altro la bomboniera reca addirittura il testo della canzone. Ecco, io non ho ancora capito bene cosa sia successo e quando guardo quei confetti (i "giavuloni" in italo-romagnolo) mi prende un misto di malinconia e di imbarazzo e tutte le quattro fasi dei Jean Fabry di cui sopra si fondono in una sola.

Fatte robe che succedono, al mondo.