La mia attività di "suonatore" con i Jean Fabry è oramai venticinquennale ed ha attraversato varie fasi: quella iniziale della -chiamiamola così- "necessità espressiva", quella velleitaria in cui anelavo al cosiddetto "riconoscimento artistico", quella "sociale" (soprattutto con la costola per famiglie dei Capra & Cavoli) fino a quella attuale: un hobby stravagante per qualche sana scampagnata lontano dalla realtà di tutti i giorni. Lungo la strada abbiamo conosciuto tanta gente che ci ha fatto compagnia, ma mai mi sarei aspettato ciò che è accaduto l'altro giorno a Ravenna. Il Maestro Antonio Sodano (che ha anche partecipato all'album "Se non vuoi perdere i pezzi") ha pensato bene di sposarsi con Saveria nella prestigiosa cornice della Loggetta Lombardesca (tra l'altro la celebrante era Sara Ardizzoni che, fra le tante cose, suona pure coi Massimo Volume) in un bel pomeriggio di giugno. Dovete sapere che questi due (che non ringrazierò mai abbastanza) hanno adottato come "mantra" personale la nostra canzone E la balena (pare protegga dagli spiriti maligni!) e, insomma, ci hanno chiesto di suonarla in chiusura di cerimonia con tanto di coro degli astanti. Io e Marlo (con la collaborazione del testimone Alberto al flautino) l'abbiamo quindi eseguita con trasporto e incredulità: tra l'altro la bomboniera reca addirittura il testo della canzone. Ecco, io non ho ancora capito bene cosa sia successo e quando guardo quei confetti (i "giavuloni" in italo-romagnolo) mi prende un misto di malinconia e di imbarazzo e tutte le quattro fasi dei Jean Fabry di cui sopra si fondono in una sola.
Fatte robe che succedono, al mondo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
non male la tovaglia De stijl.
RispondiEliminaDilettanti sì, ma con classe.
RispondiElimina