venerdì 20 novembre 2020

Come fare un disco partendo dalla copertina


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per una volta ricordo tutto benissimo. Il ventiquattro maggio, in pieno lockdown, Zini mi mandò la copertina di un album inesistente dei Jean Fabry: il titolo era "Senile" e l'immagine mostrava il dettaglio di un catetere vescicale. Dato che questo giochetto non era una novità, ho preso la palla al balzo e ho scritto il testo della canzone omonima utilizzando un elementare giro musicale fresco fresco di quei giorni primaverili. Gliel'ho mandata per sapere cosa ne pensava, gli ha fatto schifo e quindi, prendendolo come un complimento, ho immediatamente proceduto a progettare un ep assieme a Marlo e Pappi. Ci siamo trovati qualche volta in estate (nel rispetto delle procedure anti Covid-19) per arrangiare i pezzi, qualcuno lo abbiamo anche suonato dal vivo e in autunno siamo passati all'azione. Prenotato il Dunastudio, con una serie veloce di sessioni di registrazione (nel rispetto delle procedure anti Covid-19) è saltato fuori l'album da abbinare alla copertina. Perchè parlo di queste cose? Ma perchè è stato tutto molto divertente e continuo a consigliare a tutti attività di questo tipo. Fate degli album partendo dalla copertina! Metteteli online e fateli ascoltare a quattro (forse cinque) persone! Esprimetevi! Rispettate le procedure anti Covid-19! Ma rendiamo ancora più inutile questo post scendendo nel dettaglio: concept sull'età non più verde composto da sei pezzi, partendo dalla titletrack di cui sopra, passando all'obbligato pezzo sulla pandemia ("Almeno"), poi alla ecologico-intimistica "Riciclami", a "Cercalo" (accorata esortazione a non smettere di fantasticare) e agli ultimi due pezzi, che necessitano di un approfondimento. Il primo è "ginopaoli" (attaccato e tutto minuscolo, che va di moda), una composizione -ehm- rap che ha preso la sua forma definitiva in studio grazie alla lucida follia di Alessio Ruscelli al mixer. La mia velleitaria intenzione era quella di parlare di parole-da-non-prendere-alla-lettera (nella mia zucca non ho mai separato testo e musica di una canzone e mai lo farò) e ho sparato alcune corbellerie in rima (ammazza che flow!). A livello sonoro, nel frullatore ci sono andati: un campione di chitarra (mia), la consueta drum machine, un flauto a coulisse (il sindaco Molinari), un basso synth tipo "Once in a lifetime" (Pappi) e le robe di Marlo (tubofono, armonica dub, animali in scatola, bicchiere telescopico e un coso che fa "ping!"). L'ultimo brano dell'ep è la vecchia "Quant ridar", scheggia romagnola che si fa beffe della morte e anzi profetizza un sacco di risate nell'aldilà, come contraltare alla miserrima esistenza terrena. Molinari la canta spesso nelle sue esibizioni e quindi ha arricchito la performance con risate e cembali. Alla fine, Zini non ha potuto che constatare la conclusione del progetto e caricare sul sito il prodotto finito (nel rispetto delle procedure anti Covid-19).

JEAN FABRY

SENILE

1. Senile 2. Almeno 3. Riciclami 4. Cercalo 5. ginopaoli 6. Quant ridar

Antonio Baruzzi: voce, chitarra
Davide "Marlowe" Bassi: voce, richiami (1, 5), tubofono (5), armonica (5), animali (5),  bicchiere telescopico (5)
Claudio Molinari: guitalele (4), guiro grande e piccolo (4), cembali (4, 6), flauto a coulisse (5), voce (6)
Paolo Pappi: tastiere

realizzato da Alessio Ruscelli e Andrea Scardovi
al Dunastudio di Russi (RA) nel novembre 2020

Grafica: Daniele Zini

Free download su http://www.jeanfabry.net

E più precisamente qui http://www.jeanfabry.net/audio/RS011_Senile.zip
 

 


martedì 17 novembre 2020

Il test

Alla fine della fiera, fra tutte le teorie sul Covid-19, quella più plausibile mi sembra quella che sia tutto un test somministratoci dagli alieni per valutare il nostro livello di civiltà. Il risultato del test è sotto gli occhi di tutti: discendiamo dalle scimmie ma in generale le scimmie e tutti gli altri animali sono mooolto meglio di noi, dato il miserevole spettacolo che stiamo mettendo in scena giorno dopo giorno. Sicuramente sta emergendo quello che NON siamo:
- NON siamo razionali
- NON siamo istruiti
- NON siamo solidali
- NON siamo in grado
Va a finire che è vera la vecchia storia "solo i più stronzi sopravvivono" e il resto son solo favole per mandrie di pecore da dare in pasto ai lupi. Occhio però che, come ci insegna il buon David Attenborough, al mondo servono sia i lupi che le pecore. Si chiama e-qui-li-brio, una roba che la ggente pare aver gettato via fra un post e l'altro.
Lo dico? Lo dico che è assurdo che ci siano le ****** chiuse e le ************ aperte? O i ****** chiusi e le ****** aperte? Qua è tutta una lobby, alcune pericolose e altre ridicole ma tutte in grado di farsi sentire e scuotere il potere politico dalle fondamenta, tanto che, per accontentare tutti, si perde il senso della realtà. Io parlo, parlo, ma son pieno di dubbi, e se devo proprio essere proattivo, mi limito a ricordare con nostalgia quando prendevamo in giro i giapponesi perchè portavano le mascherine. Tranquilli, una volta finito di accoltellarci per decidere come passare Natale o Capodanno torneremo presto a prendere in giro il malcapitato di turno credendoci superiori. Tanto ormai gli alieni hanno avuto la conferma di quello che sospettavano da tempo: siamo una razza sì pericolosa, ma solo per noi stessi. Al massimo potremmo essere utilizzati come schiavi di ultima categoria al largo dei bastioni di Orione.