domenica 16 aprile 2023

La pioma d'al piopi

 Il buon Savini (nelle vesti di cronista del settimanale locale SettesereQui) mi ha invitato a partecipare all'ennesima serata in dialetto romagnolo assieme a musicisti, attori e poeti ben più meritevoli di me. Nei sempre più risicati ritagli di tempo mi son quindi messo di buona lena a provare qualcuno dei recenti pezzi in vernacolo, con l'idea di fare il fenomeno e proporli in veste di solista. Però a "Scor com ut a insigné tu mé!" era giustamente stato coinvolto anche Claudio Molinari e quindi mi son detto che sarebbe stato obbligatorio un bel duetto su Quant ridar, pezzo dei Jean Fabry da lui apprezzato al punto di coverizzarlo (che non penso si dica, ma non importa). Man mano che i giorni passavano e l'evento si avvicinava, mi è venuto spontaneo chiedere anche agli altri due Jean Fabry se volevano fare pure loro qualche coretto. Insomma, alla fine ci siamo trovati tutti sul palco del circolo "I fiori" ad eseguire SOLO pezzi del nostro repertorio e tanti saluti alle mie velleità solitarie. Ben contento della logica conclusione della faccenda, ne ho approfittato per declamare La pioma d'al piopi (versione tradotta de I pappi dei pioppi) con Marlo a fare da tutorial coi suoi bei piumini svolazzanti. Pappi di conseguenza non è stato chiamato in causa per il solito calembour vegetale sul suo cognome ma ha guadagnato una prestigiosa comparsata in veste di cantante. Il trionfo è stato completo quando Molinari ha ricambiato il favore e ci ha fatto esibire in finale di set nell'ormai classica La Balilla. A parte tutte le solite baggianate, mi sento di dire che più passa il tempo e più le cose importanti diventano urgenti: non si possono sprecare le poche occasioni concesse dalla buona sorte. E' bastata la presenza di Miro Gori e delle sue letture in riminese (per noi quasi ostrogoto, e si parla di qualche decina di chilometri) per farmi realizzare una volta di più quanto siano volatili le granitiche certezze dell'altro ieri: in fin dei conti saremo presto inutili, noi col nostro punk mentale e il nostro dialetto, ed è meglio fare un po' di scompiglio (sgumbej) finchè si può.

LA PIOMA D'AL PIOPI

LA PIOMA D'AL PIOPI
LA VA SEMPAR IN ZIR
U'N S'CAPESS PARCHE'
MO U I SARA' E SU MUTIV

LA PIOMA D'AL PIOPI
L'A VEN ZO' D'E ZIL
LA FA UN GRAN SGUMBEJ
PAR TOTT E CURTIL

LA PIOMA D'AL PIOPI
ALE' STRA' U I E' ZVANI'
CH'E DA' MENT AL VOS
D'E FOND D'E BICHIR

LA PIOMA D'AL PIOPI
L'AS FERMA PAR ERIA
L'AN CRED PROPI IN GNIT
L'A POCA MEMORIA