giovedì 14 maggio 2020

Le balene volanti

Il primo a vedere le balene volanti fu un tipo di Bagnacavallo. Se ne stava sul balcone a fumarsi una paglia, fissando il cielo senza convinzione, quando all'orizzonte lentamente si stagliò la sagoma di un cetaceo fluttuante in direzione nord. Era sufficientemente lontano per non essere motivo di qualsiasi preoccupazione ma abbastanza vicino da risultare ben identificabile. Volendo essere specifici si trattava chiaramente di una megattera di due-tre tonnellate a circa dieci chilometri di altezza, toh. Pian piano svanì dietro i palazzi e il tipo di Bagnacavallo se ne tornò in casa, che si era fatta ora di cena.
Qualche ora dopo irruppe sui social il video di una ragazzina coreana in cui si vedeva chiaramente una coppia di capodogli in volo sul mare. Il governo giapponese mandò dei droni, che confermarono con estrema precisione quello che stava succedendo. Da lì a poco gli avvistamenti si moltiplicarono in tutto il pianeta e la giostra celeste si arricchì di protagonisti sempre nuovi tra lo sconforto degli scienziati, che non sapevano che pesci pigliare. Gli enormi mammiferi (ché di questo si trattava, non di pesci) parevano in ottima forma e tra la meraviglia generale si misero pure a cantare. A modo loro, ovviamente. Qualcuno riuscì anche a filmare il momento in cui emergevano imponenti dalle acque per librarsi in aria, veri e propri dirigibili viventi. Gruppi di ecologisti mistico-modaioli cominciarono a riunirsi in luoghi isolati per ascoltare il canto delle balene in transito. Qualche macellaio senza scrupoli si mise a pensare ad un nuovo sistema di caccia, a cannonate. Le religioni si arrabattarono per dare un senso alla faccenda, portando ognuna l'acqua al suo consueto mulino. Tutti i grandi brand commerciali infilarono balene nelle loro strategie di marketing, inflazionando il mercato con la solita corsa all'omologazione travestita da originalità. I mondi dell'arte e della cultura produssero molto materiale, quasi tutto pessimo. E la politica? Da una parte si plaudeva sterilmente al "coraggio del nuovo", dall'altra si alimentava la paura del cambiamento. Come sempre.
Le balene continuarono imperterrite a girovagare nei cieli senza apparente meta fino a quando non ci si scordò di loro. A quel punto, senza dare troppo nell'occhio, si diressero una ad una verso l'alto, oltrepassarono l'atmosfera e se ne andarono. La gente subito non ci fece nemmeno caso, poi ci fu qualche giorno di moderato panico e alla fine basta, chi se ne frega delle balene.
Qualche tempo dopo, in una notte di luna nuova, il tipo di Bagnacavallo uscì sul balcone disturbato da un gatto in amore particolarmente molesto. Cercò di individuarlo nel vicolo sottostante ma non ce n'era traccia. Alzò poi gli occhi in direzione dei miagolii e lo vide là, svolazzante sopra le case, leggero come l'aria: era un bell'esemplare di soriano dalla faccia imperturbabile. Preso atto della cosa, il tipo di Bagnacavallo se ne tornò in casa e si rimise a letto.