lunedì 29 dicembre 2014

Basta best (2014)

Basta con le classifiche di fine anno. Sono giochetti sterili, bisogna andare oltre. Dodici mesi volano in un attimo, a che serve mettere in fila quello che si è ascoltato o visto o mangiato? Perchè allora non fare una classifica delle migliori peggior giornate dell'anno appena finito? O dei giorni col clima meno schifoso? Non serve comprimere il tempo in una scatoletta con una cifra stampata sopra, l'eterno presente che capire non sai è finalmente arrivato. Fra un anno saremo ancora qua, magari a lamentarci per la fine ingloriosa della nostra privacy, dopo aver inondato il cyberspazio con la solita moltitudine di rusco (nei social network e nei blog come questo). Una volta le chiacchiere da bar svaporavano in un attimo, ora sono archiviate ad eterna memoria della nostra debolezza. Paradossale, no? La nostra società dei consumi non fa che produrre e buttare di tutto tranne i post, i tweet, i commenti e compagnia bella. A posto con la menata? A posto. Alè, possiamo passare alla classifica: allora, per quanto riguarda la musica il trend rimane quello del seguire gli artisti a me ben noti (valga come esempio la presenza in classifica dei Pixies, autori di un lavoro non all'altezza della loro fama ma che ho ascoltato comunque parecchio). Riguardo ai film, c'è da dire che molti sono del 2013 ma sono approdati nello stivale solo quest'anno. A questo proposito, devo dire che alcune delle cose più piacevoli che ho sentito / visto negli ultimi tempi sono state prodotte (in ordine sparso) grosso modo negli ultimi cinquant'anni. Niente di nuovo sotto il sole: negli anni '80 ascoltavo Beatles, Dylan e Pink Floyd poi più avanti, quando se non suonavi i Deep Purple eri uno sfigato, andavo di CCCP e altre robe strane. Dato che il discorso sta sconfinando nuovamente nella menata, passiamo all'elenco 2014 e buon 2015 a tutti.

Orecchie:

alt-j - this is all yours
aphex twin - syro
damon albarn - everyday robots
camper van beethoven - el camino real
neneh cherry - blank project
toumani diabatè / sidiki diabatè - toumani & sidiki
edda - stavolta come mi ammazzerai
brian eno & karl hyde - someday world / high life
eugenio finardi - fibrillante
j mascis - tied to a star
bob mould - beauty & ruin
lee scratch perry - back on the controls
pixies - indie cindy
riccardo sinigallia - per tutti
sun kil moon - benji
tricky - adrian thaws
thom yorke - tomorrow's modern boxes
sharon van etten - are we there
suzanne vega - tales from the realm of the queen of pentacles


Occhi:

boyhood [richard linklater]
frances ha [noah baumbach]
frank [lenny abrahamson]
grand budapest hotel [wes anderson]
her [spike jonze]
inside llewyn davis [joel & ethan coen]
la mafia uccide solo d'estate [pif]
monty python live (mostly) [eric idle]
only lovers left alive [jim jarmusch]
si alza il vento [hayao miyazaki]


(più ovviamente la terza serie de lo straordinario mondo di gumball)

sabato 27 dicembre 2014

Il tagliere di Zigulo

La politica è un argomento sconveniente, come la religione, la sessualità, le abitudini alimentari, i gusti culturali, eccetera. Oops! Praticamente tutto! Qualsiasi idea / attitudine / inclinazione personale è pericolosa socialmente, perchè può metterti "al di fuori" e conseguentemente farti perdere i benefici insiti nel far parte di un gruppo con caratteristiche apparentemente omogenee. Beh, da questo banale ragionamento si desume che, allora, chi se ne frega: tanto vale essere se stessi. Senza bisogno di fare a tutti i costi proselitismo, è sano quindi seguire le proprie convinzioni ed essere pure pronti a discutere per difenderle (o addirittura a cambiare idea!). Per dire, fare punk mentale da vent'anni e passa non è certo il modo più socialmente vantaggioso per avere un riscontro di massa e diventare delle star. E qui torna in gioco la politica: quest'anno io e i Jean Fabry ci siamo esposti politicamente, dando il nostro modesto contributo alla cosiddetta "Altra sinistra". Siamo grandi e vaccinati e sappiamo tutti quanto sia difficile convertire in realtà gli ideali, ma l'uguaglianza sociale rimane un obiettivo non disprezzabile, per alcuni di noi. Non ci turba nemmeno definirci antifascisti, dato che la storia dovrebbe aiutarci a non ripetere gli errori del passato: chiaro che magari per qualcuno non si tratta di errori, ma torniamo al punto di partenza e cerchiamo di essere coerenti. Quest'estate mi sono ritrovato in una piazza del mio paese a cantare Bella ciao ad una manifestazione di reazione ad un raduno neofascista; non mi son sentito meglio di qualcun altro, mi son semplicemente sentito di farlo per difendere un principio in cui credo. Io sono un po' primitivo riguardo al web 2.0, ma mi capita di leggere qua e là commenti violenti / razzisti / sessisti; forse gli autori sarebbero meno impulsivi e potrebbero articolare meglio il proprio pensiero se invece di utilizzare la comodità del cyberspazio si confrontassero in una discussione non virtuale, faccia a faccia con chi la pensa diversamente. Oh, sono il primo ad avere difficoltà nel confronto diretto ma son convinto che sia il male minore; si chiama democrazia, anche se non è più di moda. Poi magari sarò sempre minoranza, ci sarà sempre qualcuno che mi darà del "romantico" (è successo) ma va bene così. Qua a Russi, nel mio paese, siamo un piccolo gruppo ma è stata una bella annata; sono arrivati anche risultati elettorali non disprezzabili (dal nostro punto di vista) e si va avanti. Aneddoto finale (con retrogusto provinciale): il prode Zigulo (il nostro candidato sindaco) ha ricevuto in regalo per le feste di fine anno un tagliere di legno con la sua foto stampata sopra. A parte il tocco lievemente kitsch non ci sarebbe niente di strano, non foss'altro che il "mandante" è il suo dirimpettaio, militante della fazione politica avversa! Che si fa, torniamo a Don Camillo e Peppone?

mercoledì 24 dicembre 2014

Auguri Jean Fabry e poi

Sin dai remoti tempi di Torbido Blok, la storia dei Jean Fabry è costellata di esibizioni / performance senza pubblico, esclusivamente a favore di telecamera. Il motivo di tutto ciò è da ricercarsi nel nostro patologico esibizionismo e nell'insano proposito di perpetuare una serie di eventi a puro scopo situazionistico "alla romagnola".
Negli ultimi tempi è diventato più o meno tradizionale mettere in scena esibizioni simili nel periodo natalizio e anche quest'anno non ci siamo sottratti al nostro dovere istituzionale. Pappi aveva proposto già da tempo di suonare all'aperto davanti a casa sua e quando ho visto la location non è stato possibile dire di no. Marlo ha acceso una candela, poi il sindaco Molinari ha eseguito Campanèla (Jingle Bells in dialetto). Dopo Buon natale animale siamo passati al pezzo forte: una versione Jean Fabry del pezzo che accompagnava la pubblicità della Koka Kola negli anni settanta ("Vorrei cantare insieme a voi") conclusa da Surfin' Bird (che ci sta sempre). Sul finire del pezzo è successa una cosa incredibile: è arrivata gente. Si son fatte una decina di persone e siamo stati "costretti" a suonare ancora: grandi emozioni e grande sbigottimento da parte nostra. Auguri.

lunedì 8 dicembre 2014

Per la libertà

Quando ho saputo che in occasione del 70° della Liberazione di Russi (RA) l'ANPI e il compagno Balbi stavano organizzando un evento musical-teatrale in teatro, ho fatto una cosa che di solito non faccio: mi sono autoinvitato. Ciò che mi ha fatto compiere questo gesto per me poco naturale è stata la convinzione che potesse avere un senso portare sul palco alcune canzoni di E se a scuola non ci vado? con tanto di Piccolo Coro della Liberazione (ça va sans dire). Beh, la mia proposta è stata accettata. A questo punto, in una settimana di tempo i Capra & Cavoli hanno messo assieme il loro modesto contributo all'evento (che ha preso il nome di Oltre il fiume, come il corto omonimo realizzato per l'occasione). Si è giunti al giorno fatidico con una certa apprensione ma fondamentalmente tranquilli (o forse incoscienti). Ci è stata riservata la chiusura dell'intero spettacolo, costituito principalmente dalla commovente performance musical-teatrale de Il mistico e l'aviatore (Balbi e Cimatti), che hanno ripercorso settant'anni di canzoni resistenti alternandosi agli interventi del presidente dell'ANPI locale (Enzo Bolognesi) che ci ha fatto ricordare quei lontani momenti leggendo alcune testimonianze di chi allora c'era e ha vissuto in prima persona l'orrore della guerra e la straziante lacerazione del popolo italiano. Dopo un brano di Claudio Molinari (Il disertore di Boris Vian) è toccato a noi e siamo partiti con Mi piace non mi piace, affrontando a modo nostro il tema purtroppo sempre attuale della intolleranza. Poi siamo passati a Sulla carta, eseguita con l'aiuto della Sofia e di uno splendido planisfero "preso a prestito" da Marlo in qualche istituto scolastico. Per L'andirivieni (canzone che evidenzia in modo agrodolce il fatto che la storia del genere umano non sia altro che un susseguirsi di guerre) è entrato in scena il Piccolo Coro della Liberazione, sei giovani birbanti di nostra conoscenza che dall'alto dei loro nove anni sono stati protagonisti di una performance impeccabile, interagendo con Molinari nella poesia introduttiva Tera e guera e dando fiato alle loro ugole durante l'esecuzione del brano. L'ultima canzone è stata ovviamente Bella ciao, eseguita da tutti i protagonisti di Oltre il fiume con il caloroso supporto del pubblico presente in sala. E' stato probabilmente il momento più bello e importante della mia minuscola vita da suonatore di punk mentale. Alla fine, quando ho detto a Pappi che dopo questa esibizione ci saremmo potuti anche sciogliere, lui mi ha giustamente ricordato che lo dico tutte le volte.

lunedì 24 novembre 2014

Io combatto e vinco















In occasione delle elezioni regionali, la famiglia Jean Fabry ha dato una mano alla lista di sinistra  L'Altra Emilia Romagna. Prima o poi scriverò due righe per spiegare (in primo luogo a me stesso) il motivo del nostro coivolgimento politico, ma per ora mi limito ad una breve cronaca dei fatti accaduti. Abbiamo partecipato ad un paio di eventi, entrambi a Russi di Romagna: il primo all'aperto (in un pomeriggio di novembre che pareva aprile) e il secondo al Teatro Comunale. Nella prima occasione abbiamo avuto il fegato di presentare due pezzi nuovi, Io combatto e vinco e Errando (nata come omaggio/parodia nei confronti di Franco Battiato ma oramai dotata di vita propria), oltre a Indrì d'zent énn (Indietro di cent'anni) con la classica ospitata del benemerito Riccardo Ragazzini. In più, Gelati (Skiantos, da Bologna) e Io sto bene (CCCP, da Reggio Emilia) per rimarcare il carattere regionale della consultazione elettorale. Finale con Cento, cento per omaggiare Marlo che ha raggiunto i Cinquanta, cinquanta. Presenti all'evento Balbi + Cimatti che ci hanno addirittura portato indietro nel tempo con una Across the universe da singalong. C'era anche il signor Ivano Marescotti (!), che durante un bel monologo dei suoi ha sintetizzato il nostro comune impegno facendo riferimento alla giovane candidata Angela Dell'Olio: "Se avesse voluto usare la politica per fare carriera non sarebbe qui!". Vero.
La serata al teatro mi ha visto fare gli straordinari: oltre al set di classici con i Jean Fabry (Molinari compreso, con tanto di programma elettorale e una basetta sola, per motivi ancora da chiarire), mi è stato chiesto pure di fare il presentatore (roba da matti) e di accompagnare Balbi in Qualcuno era de L'Altra Emilia Romagna.
L'ospite d'onore della serata era nientepopodimeno che Alberto Camerini, che ha portato sul palco una performance genuina e alternativa, culminante in una Maccheroni elettronici con tanto di forchettata di pasta offerta alla sua imperturbabile ballerina Liudmila Markova. Sentire poi Camerini e Molinari parlare dei vecchi tempi del Rock Italiano è stato uno spettacolo emozionante di cui serberò eternamente ricordo.

giovedì 30 ottobre 2014

Due canzoni

Ora, non so se John Peel le metterebbe mai su, ma di recente ho sentito due canzoni interessanti.

La prima è questa.

Sun Kil Moon - War on Drugs: Suck My Cock

Mark Kozelek è un signore che negli anni novanta faceva una sorta di postgrunge lento e cupo che qualcuno ha chiamato slowcore. Suonava nei Red House Painters e al giorno d'oggi fa capo all'entità Sun Kil Moon, il cui ultimo disco ("Benji") è estremamente crudo, scarno e poco allegro ma direi anche molto bello. Ultimamente, il nostro uomo è stato protagonista di alcuni episodi bizzarri mentre si esibiva dal vivo: in una occasione ha dato dei "fucking hillbillies" ad un pubblico che evidentemente gli garbava poco e un'altra volta ne ha dette di tutti i colori a proposito del gruppo dei War on drugs, che suonavano in contemporanea su un'altro palco dello stesso festival e lo disturbavano per il volume troppo alto. Apriti cielo. Ne è nata una querelle che è culminata clamorosamente con la pubblicazione del brano in questione, un bel folk apocalittico con un testo che definirlo "unpolitically correct" è dir poco. Beh, a farla breve, a me i War on drugs non fanno né caldo né freddo e Mark Kozelek in questo frangente mi è sembrato un filino sopra le righe, ma il pezzo mi è piaciuto molto perchè è assolutamente assurdo ma allo stesso tempo autentico e mostra come sia possibile "ironizzare seriamente". Ai confini fra goliardia, autoparodia e caratteraccio.

N.B. Per gli aggiornamenti su tutta la faccenda rivolgetevi a Pitchfork, Rumore e compagnia.

War On Drugs Suck My Cock

We were up on stage I heard a classic drum fill
Blasting 100 decibels over the hill
It was getting pretty loud, I asked who it was
A guy in a raincoat shouted back “They’re called War On Drugs”
It sounded like basic John Fogerty rock
I said, “This next song is called ’The War On Drugs Can Suck My Cock.’”
Suck my cock, War On Drugs (x8)
We were playing a show down in Chapel Hill
To a bunch of drunk hillbillies, and it smelled like swill
Microphones didn’t work, the staff couldn’t give a fuck
The crowd was getting out of hand and I told them all to shut the fuck up
All you rednecks, shut the fuck up (x8)
Someone got offended and wrote a piece of crap
Some spoiled bitch rich kid blogger brat
And posted some graffiti done by some half wit
Thought my actual name was Sun Kil Moon, what a dumb shit
Sun Kil Moon, go fuck yourself (x8)
I met War On Drugs tonight and they’re pretty nice
But their hair is long and greasy, hope they don’t have lice
I heard them do their soundcheck; next to the Byrds
They’re definitely the whitest band I’ve ever fucking heard
The whitest band I’ve ever heard is War On Drugs (x8)
There’s more!
They’re playing the Fillmore tonight and it’s sold out
Bridge-and-tunnel people are people too, this is their big night out
They smoke a joint with their buddies on their way in their cars
They’re gonna rock out tonight to some good commercial lead guitar
Bridge-and-tunnel people love them some War On Drugs (x8)
War On Drugs, suck my cock / War On Drugs, beer commercial rock (x2)
War On Drugs loves Fleetwood Mac
War On Drugs loves Mellencamp
War On Drugs, let’s give ’em a cheer
War On Drugs, to make three albums took ’em nine fucking years
(Applause)
War On Drugs suck my cock

La seconda canzone è la seguente.

Sharon Van Etten - Everytime the sun comes up

Fra le miriadi di talenti più o meno nuovi, due anni fa Sharon Van Etten aveva attirato la mia attenzione con il pezzo "Give out" e anche il disco di cui faceva parte ("Tramp") non era malaccio, seppur con un retrogusto classic rock che a uno snob come me solitamente va un po' per traverso. Qualche mese fa è uscito il disco nuovo ("Are we there") e tutti aspettavano la ragazza al varco. Di primo acchito ho sentito qualche pezzo e l'ho subito accantonato, poi qualche giorno fa gli ho dato un'altra chance. Inizialmente le perplessità si sono consolidate, ma ho ugualmente deciso di ascoltarlo fino in fondo e quando è partito l'ultimo pezzo è cambiato tutto. La canzone si chiama "Everytime the sun comes up" ed è un brano molto semplice ma con un sacco di robe interessanti dentro: un gran bel ritornello (un po' alla David Byrne), le strofe cantate in modo educatamente strascicato e alcuni passaggi del testo decisamente notevoli (su tutti "I washed your dishes, but I shitted in your bathroom"). Alla fine anche l'album mi è "entrato": diamo pur la colpa alla vecchiaia, via.


Every Time The Sun Comes Up



Pace mine for for you
Hold my horses, patient
Hey man, tricks can't wait to hear my emotions
Every time the sun comes up, I'm in trouble
Every time the sun comes up, I'm in trouble
People say I'm a one-hit wonder
But what happens when I have two?
I washed your dishes, but I shitted in your bathroom
Even when the sun comes up, I'm in trouble
Even when the sun comes up, I'm in trouble
We broke your glasses, but covered our asses
Take time silently, feel real room hi-fi
Every time the sun comes up, I'm in trouble
Every time the sun comes up, I'm in trouble
Yeah, every time the sun comes up, I'm in trouble
Imagine when
Every time the sun comes up, I see double

sabato 25 ottobre 2014

Dieci anni senza Peel






















John Peel 1939 - 2004

Sembra ieri ma son già dieci anni.
Cosa metterebbe su oggi John Peel?
Pensiamoci.

mercoledì 24 settembre 2014

La musique, la musique






















Il 24 settembre 1994 primo e unico incontro con Giovanni Fabbri (Jean Fabry) al termine di una esibizione al Pavaglione di Lugo.

domenica 21 settembre 2014

Prove

















Ieri sera Marlo dopo il concerto mi ha detto: "Io senza i Jean Fabry non saprei cosa fare.". E' ovvio che non è così, ma ho capito molto bene cosa intendeva. Ho pensato a quello che era successo poco prima, quando durante una tarantolata versione di Voglio scappare con il Circo Bidone si è voltato verso di me con lo sguardo allucinato, farfugliando parole impossibili e gesticolando come un ossesso: voleva dirmi qualcosa, ma cosa? Di solito, in quel punto della canzone parte Papa-oom-mow-mow à-la Ramones e Marlo ne aveva bisogno SUBITO. E' partito con il grido Hey Ho! Let's go! ed è stata fatta. Il gruppo che si è esibito dopo di noi alla Fira Di Sett Dulur di Russi ha chiesto clemenza per aver fatto SOLO una settimana di prove: noi ci siamo guardati e abbiam detto: "Prove?". Achille Bucci, che oltre ad essere un intenditore di birra ceca è anche uno che la sa lunga, ha dichiarato: "Le prove dei Jean Fabry sono concerti senza pubblico.". Non fa una piega, e mi permetto di estendere il ragionamento : i concerti dei Jean Fabry sono prove con il pubblico.

mercoledì 20 agosto 2014

Rotoballe di tutto il mondo unitevi

La politica è una cosa seria. Detto questo, cosa ci fanno i Jean Fabry alla Festa Provinciale di Rifondazione e Comunisti Italiani? Facile: fanno i coretti mentre il sindaco Molinari esegue Diana di Paul Anka. Oltre a ciò, ricordiamo il momento-Sofia con I'm a little axolotl (contro l'estinzione!) e L'andirivieni (pare che la gente non sappia fare altro che guerre!), il consueto invito a stringere le viti (con l'incipit), i soliti omaggi (al Mataluna, al Mercatone, al Circo Bidone e al velò) e il clamoroso percussionista ospite nel finalone (nientemeno che il compagno Balbi!).  

«Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni»

 Louis Blanc



Capra & Cavoli al sale di Cervia














Abbiamo vissuto due belle serate capraecavolesche a Cervia al Magazzino del Sale, con repertorio spaziante da AmbarabàCDcocò a E se a scuola non ci vado? oltre agli altri brani ancora inediti. La macchina è ormai rodata e sembriamo quasi della gente seria, fra il pubblico c'è persino chi ha studiato delle coreografie per L'andirivieni!

Le rotoballe dei Jean Fabry

















“Quella dei Jean Fabry è in una parola musica pop, storta, sfuggevole, acuta ma con lampi di scemenza e sempre percorsa da quell’immaturo senso di amatorialità che la rende longeva” 

(Federico Savini)

Si vede che doveva andare così.
Da qualche anno l'Associazione Primola di Cotignola organizza Nell'arena delle balle di paglia, programma culturale estivo di grande valore che si svolge tutte le estati (grosso modo per una settimana) dove il fiume Senio incontra il Canale Emiliano Romagnolo. La particolarità della questione sta nel fatto che (come si evince dalla denominazione) il tutto è allestito con balle di paglia: dal palco, alla platea, alla scenografia, eccetera. Bene: ovviamente, la tentazione di eseguire Rotoballe il quel contesto è stata troppo forte. Nonostante l'altissimo livello del cartellone proposto in tutte le le edizioni (oltre alla musica popolare, anche teatro, classica e via dicendo) ci siamo dunque fatti avanti e un bel dì siamo stati contattati e ingaggiati per un concerto all'ora dell'aperitivo. Chi ha visto il nostro nome nel programma (col titolo di questo post e le due righe di Savini di cui sopra) si è complimentato e qualcuno sarà senz'altro rimasto sbigottito! A questo punto, si trattava di non sfigurare. Quindi, abbiamo ben pensato di arrivare all'Arena col Fiat Ducato dell'amico contoterzista Renzo Massa (già usato più volte nelle trasferte che furono), dove alloggiavano le tre biciclette con le quali siamo entrati in scena. Tra il pubblico, oltre ad amici vecchi e nuovi, anche membri dell'Orchestra Senzaspine (che in serata avrebbe poi eseguito Shéhérazade di Rimskij-Korsakov), sicuramente incuriositi da quei tre bizzarri soggetti che cantavano di gatapozle, circhi bidone e pappi dei pioppi. Ad un certo punto il Korg di Pappi si è un po' emozionato e ha smesso di dare retta ma noi abbiamo tenuto duro e l'esibizione è proseguita: tanto per farci riconoscere, abbiamo eseguito pure Sheena is a punk rocker in ricordo dei fratelli Ramone. Alla fine Carlo Capucci de I blèc stiis ha chiesto il Lamento del venditore di libri e l'abbiamo persino accontentato.

Lunga vita alla paglia!

lunedì 18 agosto 2014

Birichinata


































Lo Studio Tedaldi di Bagnacavallo (RA) ha ospitato i Capra & Cavoli per la seconda volta; la prima fu in occasione della mostra Nella tana del bianconiglio (il che diede origine alla nostra canzoncina con lo stesso nome), mentre stavolta abbiamo avuto a che fare nientepopodimeno che col burattino più famoso dell'universo, titolare dell'esposizione Carissimo Pinocchio. Per l'occasione ho avuto il fegato di eseguire una versione fatta-in-casa di Birichinata, il celeberrimo brano di Fiorenzo Carpi tratto dal Pinocchio di Comencini. Faccia tosta a parte, la serata è stata eccellente e nessuno di noi al mattino dopo si è ritrovato le orecchie da ciuco. Meno male!

Punk mentale (a pedale)

















A Fusignano (RA) c'è A ruota libera, (associazione culturale per lo sviluppo, la promozione e la diffusione dell'uso quotidiano della bicicletta): grazie alla nostra canzoncina Le voilà le velo siamo diventati amici e ci hanno proposto una collaborazione. Abbiamo così partecipato a Fusignano Bike Night e ci siamo divertiti un mucchio: è saltata fuori la bicicletta gialla di Torbido Blok , l'Enobottega Fata roba ci ha stupito con le sue loverie e c'è stato il debutto "vero" di Quella sera al Mataluna. Onestamente non si può chiedere di più.

mercoledì 13 agosto 2014

Mãgna mãgna purẽn!

















Dobbiamo ringraziare gli amici, come Silvana Costa del Cerbero, perchè con i loro inviti ci stimolano ad inventare sempre nuove modalità per declinare il punk mentale. Nel caso in questione, la consueta esibizione annuale al Festival Delle Arti di Cervia dal tema "Il cibo che vorrei" ci ha fornito lo spunto per "Mãgna mãgna purẽn!", spettacolino d'arte varia basato sul cibo e la ristorazione: palco allestito come una bettola di periferia con tavolino apparecchiato, asciugamani stesi e grembiule d'ordinanza.
Meglio comunque lasciar parlare il menu. Buon appetito.

Jean Fabry
Mãgna mãgna purẽn!

Menu du jour

Antipasti
Capra & Cavoli
Primi
Ghiandole all'americana in tempo di guerra
Secondi
Balena scomparsa e rotoballe al punk mentale
Contorni
Gatapozla e viti ben strette
Dessert
Gelato ai pappi dei pioppi

*****
bevande e digestivi della casa

Gatapozla Tour 2014
















Come la gatapozla e i non-ti-scordar-di-me, in primavera sbocciano le esibizioni dei Capra & Cavoli:  qualche prima timida presentazione di "E se a scuola non ci vado?" (Riccione e Cotignola), l'ormai classico Marameo (con qualche problema tecnico, a dire il vero), un laboratorio di igiene dentale (!) alla materna di Godo, la Festa dello sport (!) a Villanova di Bagnacavallo e un paio di feste di fine anno scolastico, cioè Pisignano (dove Marlo ha svolto la funzione che già fu del padre Mercurio, cioè il bidello) e Russi dove a causa del maltempo ci si è esibiti all'Oratorio Don Bosco, mio antico luogo di scorribande in età giovanile. Grande emozione quando alla fine ci è stata richiesta Rotoballe, che abbiamo eseguito assieme a Punk mentale in modo da non dimenticare mai la nostra missione.

E se a scuola non ci vado?






















Eccolo qua! E' finalmente uscito "E se a scuola non ci vado?" (Fulmino Edizioni), il nuovo libro-cd di Gianni Zauli con i Capra & Cavoli. A differenza di AmbarabàCDcocò, stavolta la gestazione è stata piuttosto lunga ma direi che ne è valsa la pena. Da quando i Jean Fabry hanno dato origine ai Capra & Cavoli il nostro viaggio di ritorno all'infanzia ci ha portato in posti di cui non ricordavamo più l'esistenza, e non poteva certo mancare la scuola. Ho cominciato a buttar giù le canzoni del cd partendo da Io sono un libro, piccolo omaggio ad un oggetto che ha sempre suscitato reazioni contrastanti ma che, da bravo nerd, non posso che considerare fondamentale per la sana crescita culturale degli esseri umani di ogni latitudine. A questo punto, ispirandomi senza vergogna al leggendario Ci vuole un fiore di Sergio Endrigo e Gianni Rodari, ho ben pensato di azzardare un "concept" sulle materie scolastiche della scuola primaria (escludendo l'attività motoria per concentrarmi più su libri e studio). Sono arrivate così Sulla carta (geografia), L'andirivieni (storia), E perchè? (scienze), Numeri, numeri e numeri (matematica), Disegnare una canzone (disegno/musica), Le lingue sono un mucchio (lingua straniera). Al posto di religione ho affrontato il tema della tolleranza con il pezzo Mi piace non mi piace e infine, per rendere il dovuto omaggio alla ricreazione, ecco Per fortuna c'è la campanella. So benissimo di aver puntato un po' troppo in alto, ma alla fine siam stati molto contenti del risultato anche perchè alle registrazioni hanno partecipato un po' tutti i Jean Fabry con Cavina e il maestro Guberti in gran spolvero. Credo di poter dire che il pezzo che ci piace di più è L'andirivieni, canzone sulle guerre di ogni tempo e luogo nella quale siamo riusciti ad inserire la poesia dialettale Tera e guera del sindaco Molinari, capolavoro immortale nel suo genere e anche negli altri generi.
E ora cosa succederà? A cosa condurrà l'abbinamento con l'altrettanto folle impresa di Gianni Zauli, autore del libro contenente le avventure di Giancoso Mozzarella (compagno di classe di tutti noi)? Consapevoli che sarà difficile eguagliare il successo di AmbarabàCDcocò per i temi affrontati e per le canzoni più complesse, siamo comunque pronti a tutto sperando perlomeno di evitare la bocciatura. Tanto non serve studiare se si sta attenti in classe! O no?

sabato 19 luglio 2014

One, two, three, four

Joey Ramone (1951–2001)
Dee Dee Ramone (1952–2002)
Johnny Ramone (1948–2004)
Tommy Ramone (1949–2014)

martedì 27 maggio 2014

domenica 25 maggio 2014

Punk mentale (elettorale)























Jean Fabry questa volta si è schierato: concerto per appoggiare la candidatura di Nicola Fabrizio (Zigulo) a sindaco di Russi (RA). Bei momenti di situazionismo (parola di Balbi, al mixer e pure lui in lista) e formazione al completo. Ancora Bella ciao in apertura, poi memorabile intervento de "L'ospite a sorpresa" Riccardo Ragazzini. Scaletta con pezzi vecchi e nuovi (su tutti "Stringi le viti di tanto in tanto"), ennesimo di ricordo di Freak Antoni (che qualche anno fa ebbe a dire "Ho zigulato a Russi, ma non ho russato con Zigulo") e spazio anche al programma elettorale del sindaco Molinari.
Alla fine i pappi dei pioppi sono diventati semi per il nostro futuro, anche se (Marlo dixit) noi "semi" lo siamo già da un pezzo.

domenica 27 aprile 2014

Quella sera al Mataluna





A me le celebrazioni non piacciono, però quando ci vuole ci vuole. Il caso ha voluto che il concerto per i vent'anni de I pappi dei pioppi (il gruppo, non la canzone) cascasse a ridosso del 25 aprile (che per me, come ho già avuto a modo di dichiarare, è un po' come il giorno di Natale). Orbene, proprio a due passi dal Mataluna, poco meno di ventiquattr'ore prima della nostra esibizione, qualche birbante ha ben pensato di danneggiare e deturpare un cippo commemorativo; quindi, chiesti i dovuti permessi ai gestori del locale, abbiamo aperto la serata con la nostra personale versione dell'inno nazionale italiano, Bella ciao. Doveroso. Siamo poi passati alla rievocazione personale vera e propria: il tema della serata era grosso modo "quando iniziammo a suonare" e tra l'altro, se foste passati da quelle parti un paio d'ore prima, avreste avuto modo di apprezzare il tuffo nel passato di Adriano Tarroni, il bassista della Guercia Figura Goffa, che ha eseguito per noi brani di Jethro Tull e CSNY.  Ma torniamo a bomba. Dopo una infinita serie di chiacchiere introduttive da parte del sottoscritto, Pappi ha imbracciato il basso e via di Jonathan Richman, CCCP e mondine varie, come il 15 aprile 1994 alla Casa del popolo di Borgo Fratti. Momento clou (per me) E zir d'e clomb, eseguita in coppia a vent'anni dalla nascita (in realtà la vera festeggiata è lei).  A questo punto, per arricchire la narrazione abbiamo inserito (con un incredibile coup de theatre) il grande Marlo (col megafono) facendo rivivere a tutti quanti l'altro grande evento di quell'anno, il concerto al Pavaglione di Lugo degli America Television Love, con grande sorpresa del Dott. Ragazzini che si è emozionato nel sentire Rape me dei Nirvana. Il nostro solito trio ha poi eseguito Jean Fabry (la canzone) e Romagna Paranoica (finalmente). Il Sindaco Molinari ha poi ricordato i suoi esordi con la bitteggiante Un gatto sul sofà, ci ha omaggiati con la sua versione di E zir d'e clomb e ha concluso con Romagna mia / Bella ciao à la Hendrix.  Da lì in poi spazio ai Jean Fabry col Maestro Guberti al sax, soliti classici del punk mentale, assurda improvvisazione compresa (Quella sera al Mataluna), terzo e ultimo giro del colombo poi a mezzanotte sono arrivati gli scariolanti e stop.

mercoledì 23 aprile 2014

Vent'anni di pappi dei pioppi






















Scopo della serata è illustrare agli astanti (con l'ausilio di una semplice drammatizzazione narrativa e musicale) come fu che un bel dì ci si trovò a suonare punk mentale. Ci sarà modo di ammirare Pappi al basso e si ascolteranno brani del tempo che fu. Verranno rievocati gli accadimenti di quel fatidico 1994 e si andrà ancora più lontano nel tempo col sindaco Molinari (che aveva già capito tutto negli anni sessanta). Speriamo che Marlo porti il megafono perchè se no Romagna paranoica non viene bene.

martedì 15 aprile 2014

It was twenty years ago today

I PAPPI DEI PIOPPI
Casa Del Popolo di Borgo Fratti - Alfonsine (RA)
15 Aprile 1994

venerdì 4 aprile 2014

27

Avevamo entrambi 27 anni. Lui non c'è più mentre io sono ancora qua. Son passati vent'anni e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, NON sembra ieri. Noialtri ascoltatori di musica alternativa eravamo troppo avanti per ascoltare i Nirvana (anche se ovviamente li conoscevamo a memoria grazie a Videomusic e alle radio - preistoria mediatica) ma la morte di Kurt Cobain mi colpì molto perchè chiuse bruscamente e negativamente l'ultima epoca d'oro del cosiddetto"rock". Era una meraviglia andare ai concerti e stonarsi a suon di sangiovese e distorsione (Pavement + Sonic Youth a Cesena, per esempio); la parte "oscura" degli anni ottanta aveva lasciato il posto alle chitarre e alle camicie di flanella senza rinnegare punk e post-punk: il paradiso in terra. Poi, è chiaro che si è giovani una volta sola e ognuno di noi resta cristallizzato in un periodo storico ben preciso, ma la mia sensazione è che in quel momento qualcosa cambiò per sempre. Un miliardario proprietario di squadre calcistiche e reti televisive divenne presidente del consiglio (e, a differenza di Cobain, è ancora vivo e vegeto) e cominciò una lunga epoca di riflusso culturale: il trash da culto divenne moda (trasformandosi più tardi in vintage), il vecchio divenne il nuovo e si affacciò all'orizzonte una strana cosa denominata internet. Il futuro era finalmente arrivato.

A 27 anni si è già vecchi, come minimo adulti. Io però non avevo ancora capito un bel niente (non che la cosa sia cambiata, anzi) e destinai le ultime energie della cosiddetta gioventù a cercare due cose: un lavoro e il fine ultimo dell'esistenza. Ora posso dire di aver trovato entrambe le cose: una occupazione nell'ambito socio-sanitario e una allegra famigliola. L'ingrediente segreto è però ovviamente il punk mentale, la cui ricerca ebbe inizio in quel lontano 1994 recandomi da Pappi per fondare una band impossibile e necessaria. Almeno per noi. At salut e pu grazie, Kurt.

venerdì 28 febbraio 2014

Fole e bestiole

Con i primi caldi di questo inverno poco invernale sono sbucati fuori dalle tane anche i Capra & Cavoli. In attesa dell'ormai imminente pubblicazione del nuovo libro-cd realizzato assieme a Gianni Zauli, si sono inventati uno spettacolo "animalesco" dal titolo Fole e bestiole. Canzoni vecchie (Dove si nasconde il camaleonte, La marmotta, L'iguana, Cavallino arrò arrò, La canzone del tritone, E la balena), nuove (La gatapozla, Marcello Pipistrello, Nella tana del Bianconiglio) e nuovissime (I'm a little axolotl, Fole e bestiole) tenute assieme da un brillante trait d'union: il tablet di cartone di Marlo! Per un'ora e mezza la benemerita Bottega Matteotti di Bagnacavallo è stata testimone di questa performance tra il clownesco e l'ecologico, con un toccante ricordo di Freak Antoni a cui è stata dedicata una commossa Gelati. Un passo indietro e due avanti, sempre e comunque verso nuove avventure.

mercoledì 12 febbraio 2014

domenica 9 febbraio 2014

Punk mentale (dialettale)

Tutto torna ed è tornato anche Linguaza, lo spettacolo ideato dai Jean Fabry e da Radio NK qualche tempo fa. Il tutto si è svolto al CSA Capolinea di Faenza (RA), già in passato teatro di altre nostre performances di punk più o meno mentale: in questo caso si è trattato di una sorta di "Linguaza alla buona" (leggasi: preparato fino ad un certo punto) con una decina di classici angloamericani interpretati come se in origine fossero polke e valzer romagnoli. Della partita (oltre ai soliti noti) il sindaco Molinari, il maestro Guberti e il dottor Ragazzini. Le esecuzioni sono state all'insegna dell'allegra improvvisazione su impalcature comunque rodate, e tutto sommato non c'è stato male (anche se non dovrei essere io a dirlo). Bei momenti su Magnaprit de God (Anarchy in the UK), Bossa bossa a ca de signor (Knockin' on heaven's door), As farèn bagaté da l'amor (incora) (Love will tear us apart (again)) e spazio per La pioma d'al piopi (I pappi dei pioppi) e per E la balena (che non c'entrava niente ma invece c'entrava eccome). Considerazione personale: nonostante fossi sfatto, senza voce e reduce da tre risonanze magnetiche son riuscito ad arrivare in fondo. Son soddisfazioni.