mercoledì 20 agosto 2014
Le rotoballe dei Jean Fabry
“Quella dei Jean Fabry è in una parola musica pop, storta, sfuggevole, acuta ma con lampi di scemenza e sempre percorsa da quell’immaturo senso di amatorialità che la rende longeva”
(Federico Savini)
Si vede che doveva andare così.
Da qualche anno l'Associazione Primola di Cotignola organizza Nell'arena delle balle di paglia, programma culturale estivo di grande valore che si svolge tutte le estati (grosso modo per una settimana) dove il fiume Senio incontra il Canale Emiliano Romagnolo. La particolarità della questione sta nel fatto che (come si evince dalla denominazione) il tutto è allestito con balle di paglia: dal palco, alla platea, alla scenografia, eccetera. Bene: ovviamente, la tentazione di eseguire Rotoballe il quel contesto è stata troppo forte. Nonostante l'altissimo livello del cartellone proposto in tutte le le edizioni (oltre alla musica popolare, anche teatro, classica e via dicendo) ci siamo dunque fatti avanti e un bel dì siamo stati contattati e ingaggiati per un concerto all'ora dell'aperitivo. Chi ha visto il nostro nome nel programma (col titolo di questo post e le due righe di Savini di cui sopra) si è complimentato e qualcuno sarà senz'altro rimasto sbigottito! A questo punto, si trattava di non sfigurare. Quindi, abbiamo ben pensato di arrivare all'Arena col Fiat Ducato dell'amico contoterzista Renzo Massa (già usato più volte nelle trasferte che furono), dove alloggiavano le tre biciclette con le quali siamo entrati in scena. Tra il pubblico, oltre ad amici vecchi e nuovi, anche membri dell'Orchestra Senzaspine (che in serata avrebbe poi eseguito Shéhérazade di Rimskij-Korsakov), sicuramente incuriositi da quei tre bizzarri soggetti che cantavano di gatapozle, circhi bidone e pappi dei pioppi. Ad un certo punto il Korg di Pappi si è un po' emozionato e ha smesso di dare retta ma noi abbiamo tenuto duro e l'esibizione è proseguita: tanto per farci riconoscere, abbiamo eseguito pure Sheena is a punk rocker in ricordo dei fratelli Ramone. Alla fine Carlo Capucci de I blèc stiis ha chiesto il Lamento del venditore di libri e l'abbiamo persino accontentato.
Lunga vita alla paglia!
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