Per una volta ricordo tutto benissimo. Il ventiquattro maggio, in pieno lockdown, Zini mi mandò la copertina di un album inesistente dei Jean Fabry: il titolo era "Senile" e l'immagine mostrava il dettaglio di un catetere vescicale. Dato che questo giochetto non era una novità, ho preso la palla al balzo e ho scritto il testo della canzone omonima utilizzando un elementare giro musicale fresco fresco di quei giorni primaverili. Gliel'ho mandata per sapere cosa ne pensava, gli ha fatto schifo e quindi, prendendolo come un complimento, ho immediatamente proceduto a progettare un ep assieme a Marlo e Pappi. Ci siamo trovati qualche volta in estate (nel rispetto delle procedure anti Covid-19) per arrangiare i pezzi, qualcuno lo abbiamo anche suonato dal vivo e in autunno siamo passati all'azione. Prenotato il Dunastudio, con una serie veloce di sessioni di registrazione (nel rispetto delle procedure anti Covid-19) è saltato fuori l'album da abbinare alla copertina. Perchè parlo di queste cose? Ma perchè è stato tutto molto divertente e continuo a consigliare a tutti attività di questo tipo. Fate degli album partendo dalla copertina! Metteteli online e fateli ascoltare a quattro (forse cinque) persone! Esprimetevi! Rispettate le procedure anti Covid-19! Ma rendiamo ancora più inutile questo post scendendo nel dettaglio: concept sull'età non più verde composto da sei pezzi, partendo dalla titletrack di cui sopra, passando all'obbligato pezzo sulla pandemia ("Almeno"), poi alla ecologico-intimistica "Riciclami", a "Cercalo" (accorata esortazione a non smettere di fantasticare) e agli ultimi due pezzi, che necessitano di un approfondimento. Il primo è "ginopaoli" (attaccato e tutto minuscolo, che va di moda), una composizione -ehm- rap che ha preso la sua forma definitiva in studio grazie alla lucida follia di Alessio Ruscelli al mixer. La mia velleitaria intenzione era quella di parlare di parole-da-non-prendere-alla-lettera (nella mia zucca non ho mai separato testo e musica di una canzone e mai lo farò) e ho sparato alcune corbellerie in rima (ammazza che flow!). A livello sonoro, nel frullatore ci sono andati: un campione di chitarra (mia), la consueta drum machine, un flauto a coulisse (il sindaco Molinari), un basso synth tipo "Once in a lifetime" (Pappi) e le robe di Marlo (tubofono, armonica dub, animali in scatola, bicchiere telescopico e un coso che fa "ping!"). L'ultimo brano dell'ep è la vecchia "Quant ridar", scheggia romagnola che si fa beffe della morte e anzi profetizza un sacco di risate nell'aldilà, come contraltare alla miserrima esistenza terrena. Molinari la canta spesso nelle sue esibizioni e quindi ha arricchito la performance con risate e cembali. Alla fine, Zini non ha potuto che constatare la conclusione del progetto e caricare sul sito il prodotto finito (nel rispetto delle procedure anti Covid-19).
JEAN FABRY
1. Senile 2. Almeno 3. Riciclami 4. Cercalo 5. ginopaoli 6. Quant ridar
Antonio Baruzzi: voce, chitarra
Davide "Marlowe" Bassi: voce, richiami (1, 5), tubofono (5), armonica (5), animali (5), bicchiere telescopico (5)
Claudio Molinari: guitalele (4), guiro grande e piccolo (4), cembali (4, 6), flauto a coulisse (5), voce (6)
Paolo Pappi: tastiere
realizzato da Alessio Ruscelli e Andrea Scardovi
al Dunastudio di Russi (RA) nel novembre 2020
Grafica: Daniele Zini
Free download su http://www.jeanfabry.net
E più precisamente qui http://www.jeanfabry.net/audio/RS011_Senile.zip
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