domenica 30 giugno 2019

Folk

Al di là del pop-rock-indie o come lo vogliamo comunque chiamare, ho sempre ascoltato del folk. Dall'irlandese all'italiano, dai vecchi blues all'est europeo, eccetera. Poi hanno cominciato a chiamarla "world music" e non sapevi più in che reparto cercare. Comunque: oltre al punk, è stata la (relativa) semplicità di alcune antiche ballate a farmi imbracciare la chitarra per mescolare il suo suono a quello della mia voce non proprio accademica. Mi è sempre venuto spontaneo considerare la musica folk come figlia delle comuni radici umane, indipendentemente dalla provenienza geografica. Recentemente ho sentito un disco che non solo si basa su questo principio, ma che riesce anche a non risultare una pallosa lezione etnomusicologica. Senz'altro esperimenti di questo tipo sono già stati realizzati mille volte e non si può certo parlare di "novità", ma questo lavoro mi è proprio piaciuto subito molto, perchè mi pare assolutamente non forzato e pienamente riuscito nell'intento di mettere insieme suoni di tradizioni diverse in maniera genuina e "sensata". L'album è "There is no Other" dell'americana Rhiannon Giddens e dell'italiano Vincenzo Turrisi, due musicisti "veri" che con passione sono stati in grado di far convivere gli Appalachi e il Maghreb, la pizzica e i campi di cotone, le arie celtiche e le favelas, il sacro e il profano. Qua non c'è traccia di ingessate tradizioni (leggasi "pigrizia mentale"): solo suoni di ieri, interpretati oggi, per essere ascoltati domani.

1 commento:

  1. Bel disco si, io ho sempre avuto qualche problema con le voci molto impostate e liriche,tipo Baez, ma lei è proprio brava.

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