martedì 9 luglio 2019

Cielo di polistirolo

Marlo mi fa "Facciamo In heaven?" e io "Quella di Eraserhead? Quella di Lynch? Quella che han fatto anche i Pixies?". La risposta a questa serie di domande retoriche è: sì. Tra l'altro ci sta, perchè quest'anno al Festival delle arti di Cervia il tema è il paradiso dantesco. Siamo stati nuovamente invitati e come al solito non abbiamo potuto rifiutare. Purtroppo però Pappi non poteva e allora abbiamo spinto sull'acceleratore dell'avanspettacolo - diciamo così - eccentrico. Ecco: la parola "eccentrico" si traduce in romagnolo con lo splendido "uriginél", cioè "originale" ma in senso politically correct per evitare di usare il probabilmente più consono "pazzoide". E' un appellativo di cui mi piacerebbe potermi fregiare ma che non sento di meritare fino in fondo, forse mi ci avvicino solo quando sono parte dei Jean Fabry (lui sì che era uriginél, tra l'altro) e ho la fissa di metter su prima o poi un festival con questo nome radunando romagnoli dalla creatività un po' "alternativa": per ora mi accontento di chiamare Uriginél questa serata cervese (agganciandomi in modo rabberciato al peccato originale dell'Eden). Abbiam messo dentro un po' di tutto: da recuperi preistorici come Nero e La grande tavana (mancava il vento del Korg di Pappi, però) a pezzi da Radical twist, da roba mia intima mai eseguita (tipo Ampi sprazzi di sereno) alla versione romagnola di Knockin' on heaven's door (tratta dallo spettacolo Linguaza con Radio NK), da When the saints go marching (dove Marlo ha visto la luce) a quella A zonzo cantata da Alberto Sordi quando doppiava Ollio e noi eravam piccoli e guardavamo Le comiche il sabato dopo pranzo eccetera eccetera. Insomma, in paradiso ci siamo davvero finiti anche perchè abbiamo finalmente cantato insieme a Miguel degli MM40, Orazio ci ha chiesto ben due bis e soprattutto perchè Marlo ha portato da scuola due paia di ali di polistirolo che abbiamo indossato con orgoglio per gran parte dello spettacolo. Amen.

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