Solitamente non riesco a ricordare i sogni che faccio, ma di recente ne ho fatto uno che mi rimane tuttora impresso
nella memoria. E' così: praticamente mi trovo al Mataluna (storico pub de La
Rossetta, ad un tiro di schioppo da Alfonsine) in una serata invernale
(anzi, proprio il giorno del solstizio d'inverno) e davanti a me sul
palco ci sono il sindaco Molinari col berretto da Babbo Natale e Marlo
(un po' brillo) intenti a cantare 4 marzo 1943 di Dalla. A lato del
palco, un tavolo ospita Radio NK; mi fermo dal sig.Savini per chiedergli
"Ma come ho fatto ad arrivare a questo?" indi mi dirigo verso il palco e
mi unisco ai due che lo occupano per macellare indegnamente la canzone.
Bene, facciamo finta che non sia stato un sogno e partiamo dal principio.
Con
cadenza biennale i Jean Fabry organizzano al Mataluna il Raduno
Universale Raschiatori Di Barili, serata votata al disimpegno e al
cazzeggio più o meno organizzato; orbene, con l'anno bisesto ormai agli
sgoccioli si è riusciti in extremis a piazzare l'ennesimo raduno nel
giorno della fine del mondo (leggenda metropolitana molto popolare negli
ultimi tempi) e ci si è fatti provare pronti (?) all'appuntamento,
denominato Cul De Sac dal nostro grafico/webmaster/fotografo Gnelez.
Com'è andata? Diciamo
tra la catastrofe e il trionfo (come al solito). Va detto che per tutta
la serata abbiamo avuto il supporto del maestro Guberti al sax,
presenza fondamentale e collante nei momenti più difficili. C'è stato
modo di effettuare il primo e unico mini-tour di Bisesto, album che
qualcuno ha definito "necessario". Poi si è passati ad una sorta di
Linguaza 3.0, dove abbiamo dato il meglio / peggio di noi stessi
eseguendo quattro brani originali in dialetto romagnolo copiati poi da
artisti internazionali tuttora impuniti (per non fare nomi: R.E.M.,
Nirvana, Radiohead e i meno conosciuti Nerves, grazie al contributo del
sig.Ragazzini).
Dato l'approssimarsi delle elezioni politiche abbiamo dato grande spazio alle primarie per Molinari Sindaco e Presidente, il quale ha convinto i presenti con un discorso programmatico schietto e combattivo ed è stato eletto all'unanimità. Il futuro presidente si è esibito per la folla, cantando tra le altre Jingle Bells Campanèla e una versione strepitosa de La balilla di Gaber. Per restare in tema ci siamo cimentati nella classica Ho visto un re, vecchio desiderio infine realizzato con risultati non indecenti. Avvicinandosi a fondo del barile è arrivato il momento della jam, con gradito ospite Lelo al flauto traverso in Parallelo e nella nuova Cul de sac. Visto il periodo natalizio non potevamo esimerci (ehm, forse sì) dalla cover di Caravan of love con tanto di ritornello bis invocato dai fans (tra i quali l'esimio prof.Cantalupi, sempre presente nelle occasioni che contano). Alla fine, dopo svariati "classici" Jean Fabry ho richiesto personalmente l'ultima canzone: E la balena, pezzo simbolo di questo anno bizzarro e meraviglioso. Che altro dire? Nel post-concerto Mirko (il Nostromo), parlando della mia acciaccata salute colpita dai malanni di stagione ha cercato di convincermi che il raffreddore non è contagioso. Lelo ha chiesto per la prossima volta di esibirci in giacca e cravatta: promettendo che prima o poi sarà accontentato, ringrazio lui e gli altri due padroni di casa Andrea e Elisa. Quest'ultima è rimasta stupita dalla mancanza in scaletta de I pappi dei pioppi, ma mi sento ragionevolmente di poter affermare che il Mataluna avrà la possibilità di vedere ancora svolazzare dei pappi in un prossimo futuro, fine del mondo permettendo.
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