sabato 3 marzo 2012

Bisesto (parte due)

Massì, dài, Bisesto (o Bi Sesto, o B 1/6, si vedrà) sarà pronto in un battibaleno, bla bla bla. Sarà un instant album, con pochi fronzoli, bla bla bla. Solo io Marlo Pappi e poco di più, in due settimane sarà tutto finito, bla bla bla. Peccato che febbraio sia stato un mese un po' problematico, col suo solito codazzo di influenze (quest'anno particolarmente multiformi e bastarde) e di maltempo (tipo la peggior nevicata degli ultimi trent'anni e forse più). Ah, ma non ci si scoraggia certo per così poco! Nell'unica session di studio non annullata per i motivi di cui sopra, io e il prode Duna abbiamo registrato la batteria elettronica e le chitarre acustiche/elettriche: il tutto in tre ore molto trafelate. Quando tutto lasciava quindi presagire una fuga per la vittoria, tremate tremate le streghe son tornate, portando con sè le buone vecchie superstizioni legate agli anni bisestili. Il giorno 29 febbraio (e quando, se no?) era in programma il ritorno dei Jean Fabry sul palco del Teatro Socjale nell'ambito di una serata organizzata da Cgil per festeggiare la fine della campagna elettorale del sindacato. Va detto per dovere di cronaca e non per sterile lamentela che da qualche mese il sottoscritto è preda di una tosse insistente e molesta; in quel fatato mattino un colpo di tosse più infido degli altri mi ha provocato una notevole fitta al costato, apparentemente senza conseguenze. Al termine della giornata di lavoro mi sono apprestato alle preparazioni per il Socjale e lì mi sono recato, congiungendomi ai miei compari (compreso Giuliani e il sindaco Molinari). Ogni tanto qualche doloretto si faceva sentire, ma cosa vuoi, siamo ormai dei relitti eccetera eccetera. Tra l'altro ho avuto la gradita sorpresa di condividere il pre-esibizione con il signor Stefano Guberti (storico sax della Romagna che fra le sue mille avventure si è anche talvolta mescolato ai Jean Fabry, tanto da apporre il suo marchio alla versione "ufficiale" di E zir d'e clomb) e con il signor Sbranco. Quest'ultimo meriterebbe una lunga digressione, tante sono le sue gesta valorose in ambito musicale negli ultimi cinquant'anni. Questo polistrumentista forlivese viene volgarmente definito "lo Zappa romagnolo" ed è stato protagonista di numerose scorribande artistico-musical-eclettiche tra cui galline al guinzaglio, pitoni da compagnia scappati in mezzo al pubblico, minestra cucinata sul palco (pare pre-Skiantos) e via favoleggiando. Qui lo dico e qui lo nego, ma si sta lavorando per fare qualcosa insieme e se ne parlerà più avanti. Comunque: bella cena in compagnia e poi sul palco per quattro classici e Gli scariolanti. Me ne sono andato piuttosto stanco e dolorante ma tutto sommato soddisfatto. Ho scoperto solo tre giorni più tardi al Pronto Soccorso di avere una costola rotta.

2 commenti:

  1. Rock is a risky business.
    Auguri di pronta guarigione!

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  2. E va bene, vuoto il sacco: mi sono lanciato fra il pubblico (come Iggy Pop) e il pubblico si è scansato (come è realmente successo a Iggy Pop). Keep on rockin'!!!

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