venerdì 27 maggio 2011
All things go, all things go
Noi fanatici di musica alternativa siamo gente strana. A volte cerchiamo appositamente i gruppi più oscuri per poter avere un segreto da non condividere con nessuno, a volte invece seguiamo la massa e ci infatuiamo di quel che passa il convento, pur rimanendo nel nostro ambito "indie". Nei cosiddetti anni zero son successe tante belle cose, anche se la spinta innovativa dei decenni precedenti si è un po' affievolita. Una delle cose migliori è stata senza dubbio Sufjan Stevens, l'iperamericano autore del capolavoro indie-folk-pop Illinois. Dopo un paio d'anni di relativo silenzio e l'abbandono del progetto "un disco per ogni stato dell'unione", il nostro pare aver avuto un crollo nervoso durante la visione de Il fantastico Mr.Fox (del suo corrispettivo cinematografico, Wes Anderson) ed è tornato con un disco "normale" (All Delighted People) e con uno un po' meno (The Age Of Adz). Quest'ultimo ha provocato reazioni contrastanti, ed era da dire, essendo una specie di concept tecno-electro-pop sull'Apocalisse ispirato dalle opere di Royal Robertson, personaggio quantomeno "originale". Di primo acchito, i vocoder e i ritmi vintage dell'album mi hanno lasciato un po' perplesso, poi piano piano il valore dei pezzi e la qualità del lavoro me lo ha fatto rivalutare, fino a spingermi ad acquistare i biglietti per l'unica data italiana del tour, al teatro di Ferrara. Niente mi avrebbe però fatto presagire che razza di spettacolo avrei avuto la fortuna di vedere: una roba di una tale potenza da farmi quasi sragionare! A parte la scaletta, basata sull'ultimo lavoro ma con importanti recuperi dal passato più "traditional", è stata la coreografia a lasciarmi senza parole. Dopo un primo momento di straniamento, nel quale mi pareva di essere ad un concerto dei Genesis del 1973, sono stato rapito irrimediabilmente dalle astronavi, dalle tastiere, dai cori angelici e dalla potenza ritmica delle due batterie. E le acrobazie della corista? E l'assolo di sk-1? E le stelle filanti, le maschere e i palloni? Assolutamente fantastico. Siamo entrati con la nostra brava faccia da nerd e siamo usciti con un sorriso da bambini la mattina di natale. Grazie Sufjan, ben fatto. E lo Spritz al bar del teatro non era affatto malvagio.
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