domenica 8 agosto 2010
So You Want to Be a Rock 'n' Roll Star
Ci risiamo. Da quando esistono i Jean Fabry è una delle trappole più facili in cui cascare (e posso serenamente dire di essere oramai un habitué): sto parlando della depressione per la mancanza di un Adeguato Riconoscimento Artistico. Parole grosse, eh? Ma come mi permetto? Mi impegno a metter su una baracca con dei non-musicisti dediti al surrealismo in musica, lo chiamiamo punk mentale e pretendo di avere "successo"? Ma va là. La bella figura la fanno altri, più "popolari" nelle intenzioni e quindi anche nei risultati. Eppure mi scoccia. Il motivo di tale scocciatura è che sono un essere umano come tutti, soggetto ai peggiori istinti e alle più basse debolezze. Eppure basta ragionare e nella mia psiche torna il sereno: perchè esistono i Jean Fabry? Per divertimento? Oh, certo. Ma i nerds come noi si divertono in maniere bizzarre, tipo spiazzare la gente e combattere l'Omologazione Culturale e la Pigrizia Cerebrale. E' ovvio che ne usciamo con le ossa rotte e la sensazione di non essere accettati. Fa parte del gioco: non abbiamo nessun appeal per fare rivoluzioni e quindi siamo degli eterni guitti di provincia, consolati e sopportati da amici e parenti che hanno paura di ferirci. Eppure, ogni tanto sembra che qualche colpo vada a segno. Raccogliamo qua e là consensi sinceri e disinteressati, ed è questo che fa andare avanti la baracca. E' chiaro che avere la promozione, la visibilità e il seguito delle migliaia di gruppi più conosciuti di noi ci farebbe estremamente comodo, per portare avanti il nostro piccolo, innocuo piano eversivo. Ma bisogna farsene una ragione: è la nostra natura ad escludere a priori la possibilità di avere più possibilità. Così, in mancanza di un management o di una rete di amicizie più o meno influenti, insistiamo in modo artigianale a cercare recensioni e date per esibirsi. Leggere I Swear I Was There: The Gig That Changed The World (David Nolan), il libro sulle epocali esibizioni dei Sex Pistols a Manchester nel 1976 mi sta ulteriormente rinfrancando e illudendo. Io sono poco furbo, ma la mia curiosità mi spinge ad andare avanti. Spesso la fatica supera il gusto e subentra lo sconforto ma non c'è niente da fare: anche se abbiamo superato i quaranta, giocare ai situazionisti ci piace troppo. Devo solo sforzarmi di non eccedere con i lamenti. Ah, e di considerare gli altri gruppi per quello che sono.
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