martedì 29 marzo 2011
There is a light that never goes out
C'è una luce che non se ne va mai. Insomma, più che una luce oramai è un cerino nell'oscurità, ma c'è. L'ho rivista di recente in queste quattro tipe californiane che si fanno chiamare Dum Dum Girls. Roba da vecchi maschi indie bavosi, direte voi: e invece, porca miseria, mi vien da dire di no. E non solo per la cover dalla quale ho preso spunto per scrivere le mie solite due fregnacce, quanto per i loro pezzi autografi; niente di rivoluzionario, ma si respira un'aria sufficientemente malsana. Rumore e melodia, punk'n'roll, baracca, ormoni in subbuglio, insomma tutto il classico armamentario. E nell'anno di grazia 2011 non è per niente poco.
lunedì 21 marzo 2011
Equinozio
Ecco. Quando, dopo anni di schiavitù lievemente patologica, mi sono finalmente affrancato dal bizzarro legame coi numeri, le date, le posizioni delle stelle, ecc. ecc. arriva lui. Lui è il verdone (carduelis chloris) e proprio oggi, equinozio di primavera, è tornato a schiantarsi indomito sui vetri di casa mia. Perchè lo fa? Per attirare l'attenzione? E perchè PROPRIO OGGI? Ma allora è vero, c'è qualcosa di sensato nella numerologia, nelle stagioni, financo forse nell'oroscopo e nel Mibtel, e l'amico pennuto me lo sta facendo notare a modo suo: "Sveglia! E' primavera! Hey! Oh! Let's go!". Poi, quando l'estasi mistica sta per avere il sopravvento, un rigurgito di raziocinio mi porta a controllare il momento esatto dell'equinozio. Scopro che è stato ieri sera, alle 23.21. Anzi, quasi sempre è il 20 marzo. Ecco.
sabato 19 marzo 2011
Ch-ch-ch-ch-changes
Nell'agosto scorso, questa ragazza dalle splendide unghie è stata una delle 500 fortunate hostess invitate alla "Lezione di Corano" tenuta a Roma dal signor Muhammar Gheddafi, non più giovane dittatore della Libia, terra famosa per le sue simpatiche riserve petrolifere. Se non fosse che siamo in Italia, il paese più divertente del mondo, verrebbe veramente da chiedersi come sia stato possibile che in capo a sette mesi cotanto amore sia andato perduto: le nostre forze armate stanno partecipando attivamente all'offensiva contro l'ex amico per la pelle (il quale, per dire, sta usando le armi da noi fornitegli in base ad accordi più o meno recenti). In questo profluvio di risate, la gag più esilarante è quella del partito della Lega Nord, che pur di non vedere sul suolo italico (o padano che sia) un solo immigrato (libico) in più, si è trovata a votare assieme ai pacifisti contro il governo del quale fa parte. Capolavoro. Ma questa volta il portafoglio padano si è scontrato con portafogli più grandi di lui, francesi, inglesi o americani che siano. Il petrolio è sempre il petrolio, c'è poco da fare. Soprattutto adesso, dopo che il disastro nucleare giapponese ha improvvisamente trasformato la politica energetica di tutto il pianeta. Ma il capovolgimento più grosso di questi giorni bizzarri è avvenuto nientepopodimeno che sul mio balcone, dove ieri è spuntato per la prima volta un tricolore (!), giusto per ricordare ai tanti smemorati i 150 anni dell'unità d'Italia. Ch-ch-ch-ch-changes...
sabato 12 marzo 2011
0.03.14
Succede più o meno a tre minuti e quattordici secondi dall'inizio del pezzo. Il pezzo è quello che dice che è la fine del mondo come noi lo conosciamo (e io sto bene). In quel preciso momento, dopo un bucolico coro ipnotico, riparte l'elettrica e ci si prepara a saltare per il finale a rotta di collo. Credo sia lì che ci sono cascato. Era il1987, facevo il militare e Radio Tartaro mandava anche l'altra canzone, quella che va a colei/colui che amo. Con perfetto tempismo (e anche un po' in ritardo) scoprii uno dei miei gruppi di riferimento per i secoli a venire, quei marpioni dei R.E.M. da Athens, Ga. Da lì in poi ho imparato a memoria i vecchi classici, goduto dei momenti del successo planetario e sopportato con pazienza il lento ma inesorabile declino. Ora è fuori il nuovo disco, che nulla aggiunge e nulla toglie (il penultimo mi era piaciuto di più) ed è il solito momento di riflessione sul tempo che passa. Ricordo quando a Bologna tirarono fuori la cover di Syd Barrett a gettare un insperato ponte tra vecchio e nuovo, quando dovunque andavi sentivi dalle autoradio la canzone col mandolino, l'iniziale delusione quando uscì il disco automatico che si tramutò ben presto in stupore tra mille scuse a capo chino, l'ultimo concerto (ancora Bologna) prima che Bill Berry stesse male e il suo susseguente abbandono due anni più tardi, il cane a tre zampe che ha sempre stentato nonostante i bei concerti (altri due a Bologna) e la fine del mondo sempre più vicina. Sarà il latrato di Michael Stipe, saranno i coretti da chierichetto di Mike Mills, sarà quel mucchio di canzoni penetrate oramai sottopelle, saranno le cover senza vergogna, saranno i dinosauri sull'ampli di Peter Buck, sarà quel che sarà... ma io continuo a stare bene.
sabato 5 marzo 2011
Rivoluzione (punto terzo)
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