martedì 9 aprile 2019

il partito e la partita

Ma vogliamo veramente parlare di politica? Dài, va là, non scherziamo. Parliamo piuttosto del tempo, della primavera a singhiozzo e delle rondini indecise. O di calcio, ecco, parliamo di calcio. O di un altro sport a caso, che alla fine l'importante è solo vincere. No? Non è così? A partire da Cristiano Ronaldo, giù giù fino ai settori giovanili della provincia più preda dei social s'ode un sol grido: vincere! E vinceremo! Ma cosa dico? Ma no, il fascismo è una roba ormai morta e sepolta. Come il comunismo, del resto. Ma allora cosa ci facevamo domenica mattina io Pappi e Balbi in piazza a Russi vicino ad un bandierone con la falce e martello a cantare Addio Lugano bella, Son la mondina son la sfruttata e via andare? Non è che fossimo parte del mercatino del vintage che si teneva tutt'intorno a noi? La signora leghista della bancarella dietro al palco ci sfotteva amabilmente chiedendosi perchè non avessimo fatto anche Vecchio scarpone e intanto appiccicava foglietti con scritto Grazie Salvini e il cuoricino ben in evidenza. Proprio come alla partita. La signora sapeva bene che era già finita e aveva vinto lei, ma noi non volevamo mica giocare. Volevamo solo ricordare altre partite ben più importanti giocate tanto tempo fa, quando la posta in palio era nella peggiore delle ipotesi la pelle e nella migliore la dignità umana, altro che le botte di dopamina che ti arrivano guardando il campionato sullo smartphone in attesa di vincere anche le elezioni. Ma ci sono ancora le elezioni? Si vota online? Non è che ci mette lo zampino la solita giuria di radical chic che ribalta la volontà popolare dall'alto dei propri previlegi da snob? E contro chi votiamo? I migranti? Gli zingari che ci rubano le case? Gli arbitri che ci rubano le partite? Internet che ci ruba i dati personali? Ma non glieli avevamo dati noi? Basta, rivoglio Radio Capodistria e il programma di dediche dove mettevano su Mamma di Beniamino Gigli e poi Bandiera Rossa, mica come noi che in piazza non l'abbiamo neanche fatta e siamo riusciti a deludere anche i vecchi compagni nel bel mezzo del zavaglio generale dove tutto passa, resta solamente il rusco, tutto passa e va. Ecco, bravo radical chic, ci mancava solo l'autocitazione, hai fatto l'en plein. Adesso però, prego andare, che qua la gente per bene deve continuare a vincere.

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