mercoledì 19 settembre 2018
Zira, zira (a la Fira)
foto: Gianni Zampaglione
Il Sindaco Molinari mi fa "Il rock è diventato una musica reazionaria" e in fondo al cuore so bene che ha ragione. Per fortuna, noi non facciamo mica rock. Siamo a Russi, alla Fira Di Sett Dulur (cioè bel & cot, liscio, fuochi artificiali, autopista, ecc.), e stiamo come sempre per suonare alla Rocca nell'ambito della Rassegna delle band russiane. Allora: intanto, di russiani ci siamo giusto io e Pappi (che poi vien da Fusignano), mentre Marlo e Molinari sono cittadini del mondo (leggasi Lugo e Forlì) e quindi al massimo potremmo essere catalogati come una band romagnola. Però l'appellativo "band" si sposa male con i Jean Fabry e di conseguenza siamo come al solito fuori posto. Peccato, perchè il posto è bellissimo e Panino ci fa i suoni in modo impeccabile. Così iniziamo con A message to you, Rudy. Perchè? Boh, l'abbiamo provata e ci è venuta voglia di farla. Magari la prossima volta succederà col Requiem di Mozart. Comunque, il fatto che sia un bel pezzo nonviolento aggiunge sapore alla cosa ed è persino venuta bene. A dire il vero, nel resto della scaletta sono state ben poche le cose che son venute male. Si può dire? Si può dire sì, perchè di solito c'è sempre qualcosa che non va. Invece stavolta l'abbiamo proprio imbroccata; finalmente (senza dirlo a nessuno) abbiamo presentato il cd per intero nella città in cui è stato realizzato. Se ne sono accorti in pochi? Ma chi se ne frega, ci siamo divertiti un botto (almeno io, ma anche gli altri tre mi sembravano contentoni) e abbiamo finalmente trovato la nostra dimensione ideale: chitarra, tastiere, voci e rumorismo (con uno che ci fa i suoni come si deve). Cioè, lo sapevamo già, ma stavolta è andata proprio di lusso; tra l'altro ci siamo presentati come "Jean Fabry Tribute Band" e forse era proprio vero.
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