lunedì 6 agosto 2018

Volevo scappare con il Circo Bidone

Innanzitutto un suggerimento banale (se qualcuno lo vuole): continuate ad inseguire i vostri sogni, ma sperate che non si realizzino mai, o comunque il più tardi possibile. Quando negli anni novanta scoprii il Circo Bidone, scrissi una canzoncina stupida sul desiderio di scapparci assieme. Oggi, che siamo tutti più saggi (vecchi), i Jean Fabry l'hanno fatta grossa. L'intenzione era quella di realizzare un piccolo evento collaterale in una data del circo a Fusignano con la complicità del Comune (per cavarci una voglia e fare un po' i fenomeni); dopo aver incontrato Francois Bidon a Cotignola la settimana precedente, il Circo ci ha offerto di suonare addirittura sulla loro pista. Come si fa a dir di no? Data l'occasione, abbiamo invitato il Sindaco Molinari al basso e il redivivo Giulio alla batteria; in più, sono stati graditi ospiti Balbi alla voce e Cavina, l'erborista col violino. Ah, anche Niccolò Giuliani ha sferrato un bel po' di colpi alla batteria del babbo. Happy ending? Macchè. Dal punto di vista artistico e tecnico l'esibizione è stata un mezzo disastro (niente prove, impianto inadeguato, sole a picco e guitteria à go-go) e mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Figura da peracottari, per dirla alla Giulio. Però qualche pezzo l'abbiamo imbroccato e poi, in fin dei conti, sempre di punk mentale si tratta. Quindi, il sogno è finito? Non voglio più scappare con il Circo Bidone? Ma no. Mi son reso conto che col Circo Bidone ci scappo tutti i giorni, ogni qual volta l'astrazione fa capolino nella grossolanità della vita: una battuta, un cambio di prospettiva, una capriola. Et voilà.

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