domenica 25 marzo 2018

Lerì lerà

Continua il vagabondaggio dei Jean Fabry alla ricerca di un senso, con tappa al Circolo Bunker (già Eternit) di San Matteo della Decima (BO). Si è trattato di una esibizione all'interno di Disco Pom, serie di iniziative pomeridiane domenicali organizzate assieme ai ragazzi del GAP "Villa Emilia". La speranza di un anticipo di primavera è stata stroncata sul nascere da un diluvio praticamente ininterrotto che, più che marzo, pareva novembre. Il viaggio lungo la mitologica Trasversale di pianura ci ha fatto scoprire alcune interessanti realtà paesaggistiche in quello che a prima vista potrebbe apparire come un eterno piattume senza pietà, in primis un Deposito Massi Ciclopici della Protezione Civile. La vista dei pietroni ha scatenato una ridda di calembours e ha dato sfogo alla nostra smisurata immaginazione (leggasi "divertirsi con poco"): tipo "Se ne ordinassimo a Polifemo e gli chiedessimo uno sconto non potrebbe chiudere un occhio" e via dicendo, con esiti tra il mistico e l'imbarazzante. Anche all'ingresso del posto dove abbiamo mangiato abbiamo trovato alcuni sassoni enormi, tanto da farci pensare di essere in Bretagna o giù di lì. Marlo ha avuto l'ottima idea di ordinare come dessert l'ananas con due belle palle di gelato alla crema, e anche per stavolta il clichè dei mitici piatti degustati in giro dai Jean Fabry è stato rispettato. Ma veniamo alla performance vera e propria (anche se ormai il prima e il dopo sono sempre più parte integrante della stessa): Marlo si è scatenato nella discoteca pre-concerto e grazie al suo mood  è stata una di quelle volte lì, cioè quando l'artista prende il sopravvento e i pezzi prendono una piega, per così dire, "espressionista". Aggiungiamo i suoni fatti in casa, il disorientamento dell'audience di fronte al nostro repertorio e l'assenza della sezione ritmica (che avrebbe fatto sicuramente da collante) e il gioco è fatto: spettacolo un po' trafelato salvato in corner da Gli scariolanti e Bella ciao a squarciagola. A quel punto li avevamo in pugno e ci hanno chiesto Romagna mia, ma noi, da bravi indie snob, gliel'abbiamo negata. Tanto la faremo quest'altra volta.

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