venerdì 28 luglio 2017
Rido'n'Dante
C'è stato un tempo in cui, per un millisecondo o forse due, ci avevo quasi creduto. Nel fatto che suonare potesse diventare una cosa seria (anche solo un secondo lavoro), intendo. Poi per fortuna la vita ha avuto la meglio e oggi finalmente ho capito quanto sia importante avere un hobby come questo. Se poi non lo si vuole chiamare hobby per snobismo, chiamiamola pure passione, un bel vocabolo super-italiano che rende molto bene il concetto. Una volta fatti i conti con tutto questo, ho scoperto che mi posso pure cavare delle voglie. Per esempio recitare Dante in dialetto (alla "Marescotti dei poveri") cercando di non massacrare troppo il lavoro del sommo Talanti. E' successo a Cervia, durante l'ennesima partecipazione dei Jean Fabry al locale Festival Delle Arti; il tema dell'anno era appunto l'Inferno dantesco e noi siamo sbarcati sul lungocanale con uno spettacolino d'arte varia intitolato (in modo sufficientemente stupido) Rido'n'Dante. Oltre ad un paio di pezzi nuovi (quello che ha dato il titolo alla serata e Sotto il sole digitale, una veloce tirata apocalittica sul predominio degli smartphone), il solito florilegio di cover e, ovviamente, le canzoni da Se non vuoi perdere i pezzi. Fra le cover, omaggio ai Beatles per i cinquant'anni di All you need is love (ribattezzata Quel c'u i vò l'è l'amor) e Liscio Inferno, la nostra personale versione della Disco Inferno dei Trammps per prendere un po' in giro l'attuale revival del liscio anni settanta. Sul finale, la solita benvenuta famiglia lombarda abituè fanatica dei Capra & Cavoli (ormai al capolinea) che ci ha subissati di bis. Nonostante l'handicap "creativo" di una corda della chitarra rotta, siamo arrivati in fondo invitando anche la più piccola della covata (un'altra Sofia, nomen omen) a cantare Marcello Pipistrello. Come ha detto Marlo riferendosi (forse) al caldo, una serata suDante.
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