sabato 4 giugno 2011

Same as it ever was

La visione di Ride, rise, roar (il film-concerto di David Byrne) ha riattivato per l'ennesima volta il profondo legame che mi lega ai Talking Heads. Nel video in questione, peraltro ottima testimonianza di un ottimo tour, i nuovi brani del Nostro non reggono il confronto con la vecchia produzione: l'abbondante materiale ripescato da Fear Of Music e da Remain In Light mi fa ancora restare a bocca aperta. I Talking Heads sono stati il gruppo perfetto per accendere la testa, scaldare il cuore e far muovere il culo. Ancora ricordo lo shock procuratomi da Road To Nowhere (mi sono piaciuti molto anche i dischi della seconda fase, quelli "minori") o la scoperta che il mio professore di diritto considerava "I Testi Sacri" i primi quattro album del gruppo (dove scorre un'evoluzione degna pari solo a quella Beatles). Poi, insomma, quelle cassette che mi fece Roto, mandate a memoria all'infinito. E Stop Making Sense? Così anni '80 eppure così insuperato! Su tutto (non me ne vogliano gli altri del gruppo), l'occhio (sbarrato) di Byrne, artistoide venuto dalla provincia scozzese col pallino della world music. E' ancora in mezzo a noi, un po' invecchiato, ma sempre in movimento (da fermo). E' colpa sua e di quelli come lui se sono diventato quello che sono!

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