giovedì 30 giugno 2011

Dov'è la vittoria?

"Dov'è che suonate la prossima volta? Ho visto solo gli ultimi due pezzi."
spettatore del Festival Delle Arti, domenica 26 giugno 2011, Cervia (RA)

Questo accade poco prima di mezzanotte in una ventosa serata di inizio estate, dopo la terza esibizione in tre giorni e la sensazione di avere bisogno di fermarsi qui. Capita spesso, ai concerti dei Jean Fabry: magari poca gente, ma qualcuno che "vede la luce" (chiedo scusa per l'accostamento blasfemo ma era quello che capitava ai concerti dei Velvet e dei Pistols!). Mi piacerebbe fare una bella festa con tutti costoro, potrebbe essere divertente e fruttuoso. Comunque le tre date a Cervia sono state precedute da una (quindi per me son state quattro in fila, quasi un lavoro) a Faenza, nell'ambito della medievale settimana del Palio. Qui formazione minimale in trio io-Pappi-Marlo / Capra & Cavoli, con ospitata del Johnny agli strumenti vari ed eventuali. Conosciuta finalmente Benedetta, che tempo fa creò le magliette Jean Fabry! Ma veniamo al Festival Delle Arti. Da quando la coraggiosa Silvana Costa del Cerbero mi ha coinvolto in questa storia, non è passato giorno in cui non mi venisse in mente di aver fatto il passo più lungo della gamba. Questo sia dal punto di vista fisiologico, sia da quello, diciamo pure così, "artistico". Dato il tema (Fratelli e sorelle d'Italia) mi è venuto spontaneo pensare ad uno spettacolo basato soprattutto su riletture di canzoni italiane più o meno rinomate (che comunque mi piacessero). Però, per uno schiantacorde come me forse è stato un po' azzardato, misurarsi con cotanti classici: in fin dei conti, il punk mentale è altrove, no? E invece non è andata male; a me e a Giulio son successe cose mirabolanti, come la versione de La mondina con ritmica afro, nobilitata dalla voce di Rosanna Emmi. O come la comparsa "a sorpresa" di Pappi e Marlo nella prima serata, per una Gelati finalmente degna di noi. E il sindaco? Cosa dire di Molinari? Spronato ad eseguire assieme a noi nella seconda serata il suo tormentone Canzonidamore ha coinvolto il pubblico in un happening ai limiti della legalità, con inviti a baciarsi raccolti con entusiamo liberatorio. Bello anche l'intervento a bordo palco del delegato SIAE, che ha chiesto a Pappi il borderò mentre stava suonando, complimenti. E l'intervista a Teleromagna culminata nell'esecuzione de La pappa col pomodoro? Poi c'è stato spazio anche per contribuire ad un'opera collettiva di Vinsil. Per non parlare delle spericolate scalette delle tre serate (divise con i pregiati interventi oratori di Rosetta Berardi, Igino Poggiali e Maurizio Roi), dove tra Fratelli d'Italia (sempre la prima) e il Circo Bidone (sempre l'ultima), Rotoballe e il Camaleonte si mescolavano a Carosone, De Andrè o Mah nà mah nà, con reazioni inaspettate da parte di un pubblico dagli zero ai novantanove anni. Così, tra l'ossessione per Ilmeteo.it, il kebab e i felafel dell'angolo, i "soliti" Pappi dei pioppi, la piadina alla mortadella di Molinari, qualche pezzo che non sono riuscito mai ad imbroccare e tutto il lavoraccio di allestimento della baracca, ce la si è fatta ed ecco in curriculum l'ennesima impresa folle da raccontare ai nipoti. Beata incoscienza.


mercoledì 22 giugno 2011

I gelati sono buoni, ma costano milioni

Nel contesto dell'ambizioso progetto (al quale abbiamo da tempo aderito seppur con qualche remora) Come Essere Bravi Genitori, abbiamo recentemente provveduto a far recuperare il tempo perduto dalla nostra figliola riguardo alla conoscenza di un grande artista italiano: Ligabue. Dato che siamo dei rompiscatole (sempre alla ricerca dell'originalità a tutti i costi), il Ligabue a cui ci riferiamo non è però il crinuto cantautore pop, bensì il pittore naif. Gran bella mostra in quel di Mamiano di Traversetolo, esposte anche varie sculture (le quali mi hanno colpito anzichenò) e la famoso moto con la quale scorrazzava per Gualtieri e zone limitrofe. A proposito di Gualtieri e zone limitrofe, dopo aver goduto dei panorami, delle bestie in continua lotta fra loro e degli innumerevoli ritratti dell'Antonio, ci è parso oltremodo filologicamente corretto recarci proprio sotto il Po. Ci siamo quindi a breve trovati a Brescello, fra il Caffè Don Camillo e il Caffè Peppone; a Boretto sul porto fluviale per vedere l'effetto che fa; infine proprio a Gualtieri, dove nella bella piazzona abbiamo beccato l'esibizione dei Tamburi Del Crostolo con tanto di mangiafuoco e Bella Ciao finale. Bella gita, alla faccia di Sciarmelsceìcche & C.

Ricaricato dall'esperienza, mi preparo al tour de force col quale passerò alla storia come L'uomo Che Voleva Conoscere I Propri Limiti: quattro esibizioni in quattro giorni, prima a Faenza poi le tre di Cervia farcite di riletture da Petrolini ai CCCP, da Umiliani a Battiato, dalla Caselli agli Skiantos. Il lavoro a me mi stende / e per giunta non mi rende...

venerdì 17 giugno 2011

A change is gonna come

Dopo il successo dei referendum si respira veramente un'aria nuova. Mi guardo in giro e vedo gente più distesa, serena e ottimista. Persino gli indumenti si sono fatti più colorati, e la voglia di uscire all'aria aperta sta contagiando tutti. Il cambiamento è finalmente arrivato. Sono emozionato, vivere questo momento mi dà alla testa: chissà cos'altro ci porterà il futuro! Niente ci è più precluso! Una rivoluzione senza spargimenti di sangue! Libertà e giustizia per tutti! Il lupo e l'agnello a cena insieme! L'era dell'acquario, dei pesci e di tutte le altre bestie! La luce alla fine del tunnel! La grande pace universale! Sì! Sì! Sì! Sì!

Ah no, aspetta un attimo, come non detto. E' solo l'estate che sta arrivando. Chiedo scusa.

venerdì 10 giugno 2011

Acqua c'am brus

Bella serata nella nostra Russi (RA) a cura del Comitato Cittadino Acqua Pubblica per contribuire alla sensibilizzazione sui referendum. C'eravamo pure noi Jean Fabry, nella formazione "padri fondatori", cioè io Marlo e Pappi (ospite d'eccezione alla batteria Balbi dei Jackson's Relatives). Sarà retorica, ma si va facendo strada la sensazione di un lento ma inesorabile ritorno alla politica (nel senso alto del termine) da parte della gente (mi scuso per l'ennesimo luogo comune). O mi sto ulteriormente rincoglionendo? Nell'attesa di sciogliere il dubbio, andiamo a votare.

sabato 4 giugno 2011

Same as it ever was

La visione di Ride, rise, roar (il film-concerto di David Byrne) ha riattivato per l'ennesima volta il profondo legame che mi lega ai Talking Heads. Nel video in questione, peraltro ottima testimonianza di un ottimo tour, i nuovi brani del Nostro non reggono il confronto con la vecchia produzione: l'abbondante materiale ripescato da Fear Of Music e da Remain In Light mi fa ancora restare a bocca aperta. I Talking Heads sono stati il gruppo perfetto per accendere la testa, scaldare il cuore e far muovere il culo. Ancora ricordo lo shock procuratomi da Road To Nowhere (mi sono piaciuti molto anche i dischi della seconda fase, quelli "minori") o la scoperta che il mio professore di diritto considerava "I Testi Sacri" i primi quattro album del gruppo (dove scorre un'evoluzione degna pari solo a quella Beatles). Poi, insomma, quelle cassette che mi fece Roto, mandate a memoria all'infinito. E Stop Making Sense? Così anni '80 eppure così insuperato! Su tutto (non me ne vogliano gli altri del gruppo), l'occhio (sbarrato) di Byrne, artistoide venuto dalla provincia scozzese col pallino della world music. E' ancora in mezzo a noi, un po' invecchiato, ma sempre in movimento (da fermo). E' colpa sua e di quelli come lui se sono diventato quello che sono!

giovedì 2 giugno 2011

1861

Ecco, stavolta l'abbiamo fatta grossa: a fine giugno il sottoscritto e Andrea (Giuliani, batterista-organettista) saremo per tre sere di fila al Festival Delle Arti di Cervia per celebrare (in) degnamente il centocinquantenario, tracciando a zig-zag una nostra personale storia della canzone italiana. Per suonarci la carica non basterà tutto lo Spritz del Triveneto, mi sa. Ad ogni modo siam pronti alla morte, l'Italia chiamò.