venerdì 29 aprile 2011

Jean Fabry, storica band indipendente

Il ritorno dei Jean Fabry su di un palco dopo quasi sette mesi è stata la solita esperienza traumatica. A caldo mi sento di dire che tutto questo non ha più il benchè minimo senso ma (e forse proprio per) la sua totale estraneità da ogni cosa circostante la rende un'esperienza importante e, fondamentalmente, giusta. Tra i presenti al Teatro Socjale ho rivisto le consuete facce sbigottite, ho beccato due che uscendo canticchiavano Voglio scappare con il Circo Bidone e ho sentito uno dire "ne ho visto, di gente strana a suonare, ma questi...". Ecco, vorrei anch'io vedere della gente strana che suona. Vorrei vedere della gente strana in giro per la strada, nei supermercati, negli ospedali, dappertutto. Ma dovunque io volga lo sguardo vedo paura, chiusura, mimetismo. Forse vado poco in giro. Forse non vedo più lume. Forse ho un po' di ragnatele in testa. Boh. Staremo a vedere. Intanto i pappi dei pioppi, le trombette e i bidoni sono tornati a fare un po' di casino. Intanto.

2 commenti:

  1. Continuate così. Questo mondo ha bisogno di "gente strana".

    PS: Ma Sofia calca già le scene?

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  2. C'è già una fitta aneddotica al riguardo. Non starebbe a me dirlo, ma è piuttosto strana anche lei.

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