lunedì 14 febbraio 2011

Cruel nature has won again

Ricordo ancora con piacere l'annichilimento che provai al primo ascolto di Rid of me, nell'ormai lontano 1993. Polly Jean Harvey era una bestia, faceva un casino che mai. Un grunge all'inglese, diciamo così. Nel corso degli anni le cose sono cambiate varie volte, i suoi dischi hanno vissuto un alternarsi di umori e risultati, conservando a mio parere una fondamentale onestà di fondo. Belle le contaminazioni dark-electro di To bring you my love, un po' meno l'indie rock di maniera di Stories from the city, stories from the sea, ma tant'è. Si giunge ai giorni nostri dopo la svolta intimista di White Chalk, che nel 2007 ha visto la ex-ragazza giungere alla (inaspettata?) maturità. Quel disco lì ha gettato i semi per l'ultimo Let England Shake, una roba ancora da digerire ma che sull'onda dell'emozione pare veramente il suo disco della vita. Un "concept" sulle sanguinose guerre del passato e sulla decaduta Albione, capace comunque di suscitare sentimenti universali e di risvegliare quella natura a volte sicuramente crudele ma di cui tutti facciamo parte, nel bene e nel male. Certo, era più facile ammirare la Polly incazzata che imbracciava l'elettrica strillando di sangue e di mostri, che la signora con l'autoharp che ci canta di ... beh, di sangue e di mostri. Vedi mo', che le cose non cambiano poi tanto. Chissà cosa avrebbe detto il vecchio Peel!

3 commenti:

  1. Non male quest'ultimo disco. Ma grazie soprattutto perché mi hai fatto ripescare "Rid Of Me". Quanto tempo. E quanto cazzo mi manca il grunge.

    [Ma anche l'ultimo Arcade Fire non è niente male, suvvia...]

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  2. Una sera ci troveremo a bere e a piangere su quello che si ascoltava in quegli anni là, promesso.

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  3. Beh magari tra trent'anni potremmo piangere su quello che ascoltiamo adesso...

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