mercoledì 29 dicembre 2010

Le voilà le metro

Hai voluto vedere Parigi, diceva quello. Io l'avevo già vista ma è stato un bel modo di togliersi di dosso un po' della ruggine formatasi nelle ultime ere geologiche. E' stato ovviamente il viaggio della Sofia, che ha fatto (giustamente) il bello e il cattivo tempo: la sua zucca ha immagazzinato una mole enorme di dati e vedremo cosa ne salterà fuori. Per il momento, sono certo che oltre ai monumenti e ai musei, la cosa che le è rimasta più impressa è stato il Metro. Come non capirla? Perdersi nel labirinto di linee, numeri e colori che si snoda sotto la città è un passatempo mica da ridere! E anche per noi vecchi mantiene un che di miracoloso: è da queste cose che si intuisce la forza (e al medesimo tempo la debolezza) del famoso genere umano. Ma questa è filosofia da quattro soldi, ed è sano lasciar stare certi discorsi. Dal mio punto di vista, oltre al piacere di tornare a biascicare francese dopo tanto tempo, devo dire che la mostra di Moebius è stata un bel regalo al me stesso adolescente. E che stavolta non passerà tutto 'sto tempo, prima di tornare a gironzolare per Belleville. E' una promessa.

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