martedì 26 ottobre 2010
Livóre
Piomba l'autunno, come un'overdose di narcolettico, ma niente da fare. La testa non dorme, continua a girare senza tregua. Gli occhi vedono una moltitudine di bicchieri mezzi vuoti e, nonostante gli sforzi, l'ottimismo è agli sgoccioli. Dunque: la televisione non bisogna guardarla, i giornali meglio lasciarli perdere, i discorsi della gente in carne ed ossa peggio che andar di notte. In questa parte di mondo, basta un triste caso di cronaca nera e tutto passa in secondo piano, altro che panem et circenses, questi fanno le corriere per andare a vedere i posti dove hanno ammazzato qualcuno e se ne fregano se le fabbriche chiudono. Soprattutto, se ne fregano di capire PERCHE' le fabbriche chiudono. E ognuno bada alla propria parrocchietta di riferimento, guai a dire una parola di troppo, guai a farsi vedere nel posto sbagliato, guai a rischiare. Non è questione di regime o di censura, la realtà è che comandano tutti e non comanda nessuno, così i pecoroni non sanno più che pesci pigliare e vanno in giro a vanvera. E se qualcuno fa una cazzata, il giorno dopo non c'è più uno che se la ricordi. O che se la voglia ricordare. Tanto ormai, la prima pietra l'abbiamo lanciata tutti, e da un pezzo. E allora? In cosa ci si rifugia? Nella spiritualità? Nell'arte? Negli allucinogeni? Ma no, niente paura, non c'è bisogno di sforzarsi. I giorni si sono accorciati, basta rintanarsi in casa. Poi magari presto arriva un po' di nebbia.
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