L'autunno è già di per sè una stagione malinconica, quindi non ci sarebbe bisogno di intristirsi uleriormente. Però se penso che il 25 ottobre fanno cinque anni esatti dalla prematura dipartita di John Peel non posso esimermi dal ricordarlo con due righe. Cinque anni non son tanti ma pare un'eternità. Le sue trasmissioni mi mancano molto, erano un punto di riferimento non indifferente. Dove lo trovo qualcuno che mescola con tanta insana passione punk, new wave, indie, dub, country, rock'n'roll, elettronica pestona e chi più ne ha più ne metta? Sì, perchè siam buoni tutti a mettere insieme una bella compilation "varia" per vedere di nascosto l'effetto che fa, ma non è facile raggiungere la qualità media delle proposte di Peel. Che a mio parere era alta. Ovvio che i gusti son gusti e il tipo in questione era una vecchia volpe e ci sapeva fare, ma riusciva sempre a trovare qualcuno che valesse la pena di sponsorizzare. La caratteristica principale per essere inserito in un suo programma, oltre al fatto di piacergli (e non è poco, considerate tutte le radio veline che ci siamo sorbìti nei nostri lunghi anni da musicofìli) era senz'altro la sincerità della proposta, accompagnata logicamente dal valore di fondo della stessa. A metà degli anni settanta J.P. si è messo contro gran parte dei suoi ascoltatori della BBC inserendo sempre più il punk e la new wave a discapito dell'ormai ammuffito rock dell'epoca. Certo, quello del punk/buono e rock-anni-settanta/cattivo è un luogo comune non sempre condivisibile, ma è innegabile che chi cercava nella musica "popular" una bandiera culturale da sventolare contro il sempre incombente letargo delle coscienze non poteva che volgere lo sguardo al nuovo che stava prepotentemente avanzando. Nel corso del tempo quest'uomo ha dato un fondamentale contributo al consolidamento di realtà quali Smiths, Pixies, Joy Division, White Stripes, PJ Harvey, Capt. Beefheart, Pink Floyd, Sex Pistols, Clash, Fall, Siouxsie, Napalm Death, Nirvana, Bowie, Cure e molti altri ancora.
Certo, metteva spesso su i dischi techno e reggae alla velocità sbagliata e tifava in maniera patologica per il Liverpool FC, ma in fondo nessuno è perfetto. Anzi, mi sa che è proprio questo il punto.
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