Mi piace pensare che ogni concerto dei Jean Fabry sia l'ultimo, in modo tale da rendere ogni esibizione questione di vita o di morte (per il gruppo, non per gli esseri viventi che lo compongono). Per esempio, l'altra sera all'Eternit di San Matteo Della Decima è andato in scena uno psicodramma degno dell'occasione (cioè, appunto, l'ultimo concerto dei Jean Fabry). In questo bel Circolo ARCI perso nella nebbia emiliana, i soliti pochi ma buoni hanno avuto modo di assistere (forse in modo inconsapevole, mi vien da dire) a perlomeno tre grandi momenti di punk mentale:
1) la nostra versione dell'inno nazionale di Carpi Emilia Paranoica, con tanto di Marlo al megafono lancinante (megafono di proprietà del sindaco Molinari, per dovere di cronaca);
2) la quasi-dipartita del suddetto Marlo durante I pappi dei pioppi a causa dell'ingestione di un pappo volante;
3) la versione-fiume del classico del sindaco Canzonidamore, con il solito coinvolgimento del pubblico tra lo squallido e il sublime
Com'è che si diceva alla fine dei temi ai tempi della scuola elementare? "Mi sono divertito molto e spero che mi ci portino ancora!" Ultimo concerto o no.
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Sparire una ad una impotenti
RispondiEliminaIn un posto nuovo dell'A.R.C.I.
Non fate scherzi: Parigi si merita anche la versione punk dei Jean Fabry. O no?
Affascinante teoria, ma l'asino casca sul fatto che l'Eternit è tutto fuorchè nuovo! Chissà, chissà...
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