Tema: Battiato a Cervia. Svolgimento: mi sono divertito molto e spero che mi ci portino ancora. Bello vedere quest'uomo scherzare e snocciolare il suo sconfinato repertorio con aneddoti tipo quello della presentatrice televisiva che loda appassionatamente il verso de La cura "vagavo nei campi da tennis" quando invece si trattava dei campi del Tennessee. Quello che colpisce è l'età del pubblico; dagli infanti ai capelli grigi, e tutti a cantare che manco fossimo al Festivalbar che fu. Comunque ci sta: Battiato ha raggiunto la popolarità di massa a colpi di canzoni orecchiabili nonostante i testi in bilico tra nonsense e misticismo, con vette sublimi nel periodo "classico" Patriots/Cinghiale bianco/Voce del padrone ma con notevoli risultati anche negli anni a venire, pre e post Sgalambro. E pensare che qualche lustro fa era quasi divenuto una caricatura di se stesso, santone con tappeto senza (apparentemente) uno straccio di leggerezza. Ma chi l'ha mai capito, Battiato? E, come al solito: ma cosa c'è da capire? Le canzoni stanno lì, patrimonio dell'Italia canzonettara ma pure degli irriducibili dell'alternativo. E cosa c'è di più bello del trovarsi a cantare tutti in coro come dei coglioni "e il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire"?
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