Generalmente, quando mi viene chiesto "Come va?" non ho mezze misure: o taglio corto buttando là qualche parola a vanvera, o investo il mio interlocutore con una logorrea cieca e inarrestabile tutta incentrata sulla mia incredibile esistenza di uomo qualunque. Comunque la risposta odierna è: bene, grazie.
Cos'è successo in questi tre mesi in casa Jean Fabry / Capra & Cavoli? Le solite robe: Capra & Cavoli in giro qua e là per cantar di bestie e presentar libriciddì, mentre Jean Fabry di nuovo al Dunastudio per un po' di roba nuova e per il famoso cd-raccolta.
Ah, prima che mi scordi: per tutta una serie di motivi (quelli di una milionata di altri precisi a me) sono un po' stanco di scrivere questo miserabile blog e, non essendo mai saltato sul carro dei rinomati social network di massa (eh beh, di massa sì, se no che social è, che network è?) mi sa che presto la mia naturale propensione alla misantropia prenderà il sopravvento. E va beh. Comunque, tanto per smentire tutto ciò: ieri per me-suonatore è stata una giornata particolare e dato che il blog è fondamentalmente un diario, approfitto del "format" e passo a sintetizzare i fatti avvenuti.
Mattino: presentazione di "E se a scuola non ci vado?" con Gianni Zauli in quel di Piangipane, dove un bel branco di bambini-genitori sapientemente radunati dalla inarrestabile Alice Iaquinta ha mostrato di apprezzare musica, parole e disegni (questi ultimi grazie alla gradita presenza dell'illustratrice Eva Rasano); alla fine abbiamo giustamente accontentato i bimbi più piccoli con una "Sotto il ponte di baracca" liberatoria.
Pomeriggio: altra presentazione (questa volta con l'aiuto della Sofia Baruzzi) alla libreria di Ravenna La Libraffa, dove in un contesto più intimo e raccolto sembrava proprio di trovarsi a scuola (una scuola fatta a modo nostro, però).
Sera: Jean Fabry coinvolti per presentare l'associazione La Sinistra Per Russi con Zigulo & C. nella ex-chiesa in albis di, appunto, Russi. Difficile dare conto di quel che è successo: ricordo di aver cantato "Maremma amara" con la mia amica Giovanna Santandrea (che da piccoli si cercò di sconsacrare pure l'oratorio Don Bosco, con esiti altalenanti), poi "E zir d'e clomb" con tutti che si faceva davvero un girotondo, poi c'era Marlo che ragliava come un somaro durante Rotoballe, poi c'era quell'uomo che si chiama Riccardo Ragazzini che ha riproposto la benemerita "Mamma Russi addio" in perfetto Remotti-Romagna-style (da goccioloni: almeno, io li avevo e mi toccava pure suonare). E c'era anche il sindaco Molinari, che, da buon juke-box vivente, durante la serata è passato dal triangolo ben temperato a "Omareneromareneromarenè". E alla fine, tutti assieme con il Mistico e l'Aviatore per "Ho visto un re" e, dulcis in fundo, "The lion sleeps tonight / E lion u s'è indurment": conclusa quest'ultima, ci siam guardati che sembravamo tutti bambini la mattina di Natale e l'Aviatore diceva "Dobbiamo farlo ancora, dobbiamo farlo ancora" mentre Pappi scattava foto-ricordo (che non sono venute).
domenica 29 marzo 2015
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