domenica 16 giugno 2019

One more time

Dopo il famoso (chez nous) cd "Se non vuoi perdere i pezzi" si poteva tranquillamente chiudere bottega con lo studio di registrazione, ma a me piace talmente tanto frequentare quei luoghi che ho proposto agli altri due Jean Fabry di investire il fondo cassa in una nuova impresa discografica: one more time, come direbbe Jonathan Richman. Un po' di pezzi nuovi da parte c'erano e dopo sei mesi di "lavoro" eccoci qua: il nostro buon vecchio hobby ha prodotto un altro album, che sarà disponibile al solito buon vecchio free download sul buon vecchio sito internet. A proposito di internet: il tema generale dei dieci pezzi è proprio esso, anche perchè io son diventato un bel po' paranoico e 'sta cosa dei social mi fa andare (ancor più) giù di testa. Comunque abbiam fatto tutto da Duna come sempre, ché lui ci conosce, ci valorizza e soprattutto ci sopporta. Formazione a trio con: batteria elettronica fine novecento prevalente più del solito (nonostante dal vivo mi rompa le balle usarla), chitarra elettrica rispolverata dal giurassico per quel bel suono marcio che mi ha fatto tanto bene in gioventù, tastierazze trash-vintage by Pappi (e a ben pensarci, qui mi scappa da ridere perchè c'è stato un tempo in cui, oltre al cantato in italiano, la cosa che proprio non reggevo erano le tastiere) e per finire le consuete vociacce. Il sindaco Molinari ha fatto un paio di guest vocals e soprattutto ha suonato il kazax. Marlo col tubofono ha fatto la performance della sua vita e durante le sessions la magia (leggasi "il caso") ha fatto capolino più di una volta. Come si suol dire: se finisse qua sarebbe un lieto fine.

2 commenti:

  1. Avrei tante domande, tra cui quella più difficile è: come diavolo fate? Ma l'unica cosa importante da dire in questo caso è: grazie. Terzo ascolto finora, al quarto magari recensisco (ovviamente e rigorosamente fuori dall'internèt)

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