lunedì 29 dicembre 2014

Basta best (2014)

Basta con le classifiche di fine anno. Sono giochetti sterili, bisogna andare oltre. Dodici mesi volano in un attimo, a che serve mettere in fila quello che si è ascoltato o visto o mangiato? Perchè allora non fare una classifica delle migliori peggior giornate dell'anno appena finito? O dei giorni col clima meno schifoso? Non serve comprimere il tempo in una scatoletta con una cifra stampata sopra, l'eterno presente che capire non sai è finalmente arrivato. Fra un anno saremo ancora qua, magari a lamentarci per la fine ingloriosa della nostra privacy, dopo aver inondato il cyberspazio con la solita moltitudine di rusco (nei social network e nei blog come questo). Una volta le chiacchiere da bar svaporavano in un attimo, ora sono archiviate ad eterna memoria della nostra debolezza. Paradossale, no? La nostra società dei consumi non fa che produrre e buttare di tutto tranne i post, i tweet, i commenti e compagnia bella. A posto con la menata? A posto. Alè, possiamo passare alla classifica: allora, per quanto riguarda la musica il trend rimane quello del seguire gli artisti a me ben noti (valga come esempio la presenza in classifica dei Pixies, autori di un lavoro non all'altezza della loro fama ma che ho ascoltato comunque parecchio). Riguardo ai film, c'è da dire che molti sono del 2013 ma sono approdati nello stivale solo quest'anno. A questo proposito, devo dire che alcune delle cose più piacevoli che ho sentito / visto negli ultimi tempi sono state prodotte (in ordine sparso) grosso modo negli ultimi cinquant'anni. Niente di nuovo sotto il sole: negli anni '80 ascoltavo Beatles, Dylan e Pink Floyd poi più avanti, quando se non suonavi i Deep Purple eri uno sfigato, andavo di CCCP e altre robe strane. Dato che il discorso sta sconfinando nuovamente nella menata, passiamo all'elenco 2014 e buon 2015 a tutti.

Orecchie:

alt-j - this is all yours
aphex twin - syro
damon albarn - everyday robots
camper van beethoven - el camino real
neneh cherry - blank project
toumani diabatè / sidiki diabatè - toumani & sidiki
edda - stavolta come mi ammazzerai
brian eno & karl hyde - someday world / high life
eugenio finardi - fibrillante
j mascis - tied to a star
bob mould - beauty & ruin
lee scratch perry - back on the controls
pixies - indie cindy
riccardo sinigallia - per tutti
sun kil moon - benji
tricky - adrian thaws
thom yorke - tomorrow's modern boxes
sharon van etten - are we there
suzanne vega - tales from the realm of the queen of pentacles


Occhi:

boyhood [richard linklater]
frances ha [noah baumbach]
frank [lenny abrahamson]
grand budapest hotel [wes anderson]
her [spike jonze]
inside llewyn davis [joel & ethan coen]
la mafia uccide solo d'estate [pif]
monty python live (mostly) [eric idle]
only lovers left alive [jim jarmusch]
si alza il vento [hayao miyazaki]


(più ovviamente la terza serie de lo straordinario mondo di gumball)

sabato 27 dicembre 2014

Il tagliere di Zigulo

La politica è un argomento sconveniente, come la religione, la sessualità, le abitudini alimentari, i gusti culturali, eccetera. Oops! Praticamente tutto! Qualsiasi idea / attitudine / inclinazione personale è pericolosa socialmente, perchè può metterti "al di fuori" e conseguentemente farti perdere i benefici insiti nel far parte di un gruppo con caratteristiche apparentemente omogenee. Beh, da questo banale ragionamento si desume che, allora, chi se ne frega: tanto vale essere se stessi. Senza bisogno di fare a tutti i costi proselitismo, è sano quindi seguire le proprie convinzioni ed essere pure pronti a discutere per difenderle (o addirittura a cambiare idea!). Per dire, fare punk mentale da vent'anni e passa non è certo il modo più socialmente vantaggioso per avere un riscontro di massa e diventare delle star. E qui torna in gioco la politica: quest'anno io e i Jean Fabry ci siamo esposti politicamente, dando il nostro modesto contributo alla cosiddetta "Altra sinistra". Siamo grandi e vaccinati e sappiamo tutti quanto sia difficile convertire in realtà gli ideali, ma l'uguaglianza sociale rimane un obiettivo non disprezzabile, per alcuni di noi. Non ci turba nemmeno definirci antifascisti, dato che la storia dovrebbe aiutarci a non ripetere gli errori del passato: chiaro che magari per qualcuno non si tratta di errori, ma torniamo al punto di partenza e cerchiamo di essere coerenti. Quest'estate mi sono ritrovato in una piazza del mio paese a cantare Bella ciao ad una manifestazione di reazione ad un raduno neofascista; non mi son sentito meglio di qualcun altro, mi son semplicemente sentito di farlo per difendere un principio in cui credo. Io sono un po' primitivo riguardo al web 2.0, ma mi capita di leggere qua e là commenti violenti / razzisti / sessisti; forse gli autori sarebbero meno impulsivi e potrebbero articolare meglio il proprio pensiero se invece di utilizzare la comodità del cyberspazio si confrontassero in una discussione non virtuale, faccia a faccia con chi la pensa diversamente. Oh, sono il primo ad avere difficoltà nel confronto diretto ma son convinto che sia il male minore; si chiama democrazia, anche se non è più di moda. Poi magari sarò sempre minoranza, ci sarà sempre qualcuno che mi darà del "romantico" (è successo) ma va bene così. Qua a Russi, nel mio paese, siamo un piccolo gruppo ma è stata una bella annata; sono arrivati anche risultati elettorali non disprezzabili (dal nostro punto di vista) e si va avanti. Aneddoto finale (con retrogusto provinciale): il prode Zigulo (il nostro candidato sindaco) ha ricevuto in regalo per le feste di fine anno un tagliere di legno con la sua foto stampata sopra. A parte il tocco lievemente kitsch non ci sarebbe niente di strano, non foss'altro che il "mandante" è il suo dirimpettaio, militante della fazione politica avversa! Che si fa, torniamo a Don Camillo e Peppone?

mercoledì 24 dicembre 2014

Auguri Jean Fabry e poi

Sin dai remoti tempi di Torbido Blok, la storia dei Jean Fabry è costellata di esibizioni / performance senza pubblico, esclusivamente a favore di telecamera. Il motivo di tutto ciò è da ricercarsi nel nostro patologico esibizionismo e nell'insano proposito di perpetuare una serie di eventi a puro scopo situazionistico "alla romagnola".
Negli ultimi tempi è diventato più o meno tradizionale mettere in scena esibizioni simili nel periodo natalizio e anche quest'anno non ci siamo sottratti al nostro dovere istituzionale. Pappi aveva proposto già da tempo di suonare all'aperto davanti a casa sua e quando ho visto la location non è stato possibile dire di no. Marlo ha acceso una candela, poi il sindaco Molinari ha eseguito Campanèla (Jingle Bells in dialetto). Dopo Buon natale animale siamo passati al pezzo forte: una versione Jean Fabry del pezzo che accompagnava la pubblicità della Koka Kola negli anni settanta ("Vorrei cantare insieme a voi") conclusa da Surfin' Bird (che ci sta sempre). Sul finire del pezzo è successa una cosa incredibile: è arrivata gente. Si son fatte una decina di persone e siamo stati "costretti" a suonare ancora: grandi emozioni e grande sbigottimento da parte nostra. Auguri.

lunedì 8 dicembre 2014

Per la libertà

Quando ho saputo che in occasione del 70° della Liberazione di Russi (RA) l'ANPI e il compagno Balbi stavano organizzando un evento musical-teatrale in teatro, ho fatto una cosa che di solito non faccio: mi sono autoinvitato. Ciò che mi ha fatto compiere questo gesto per me poco naturale è stata la convinzione che potesse avere un senso portare sul palco alcune canzoni di E se a scuola non ci vado? con tanto di Piccolo Coro della Liberazione (ça va sans dire). Beh, la mia proposta è stata accettata. A questo punto, in una settimana di tempo i Capra & Cavoli hanno messo assieme il loro modesto contributo all'evento (che ha preso il nome di Oltre il fiume, come il corto omonimo realizzato per l'occasione). Si è giunti al giorno fatidico con una certa apprensione ma fondamentalmente tranquilli (o forse incoscienti). Ci è stata riservata la chiusura dell'intero spettacolo, costituito principalmente dalla commovente performance musical-teatrale de Il mistico e l'aviatore (Balbi e Cimatti), che hanno ripercorso settant'anni di canzoni resistenti alternandosi agli interventi del presidente dell'ANPI locale (Enzo Bolognesi) che ci ha fatto ricordare quei lontani momenti leggendo alcune testimonianze di chi allora c'era e ha vissuto in prima persona l'orrore della guerra e la straziante lacerazione del popolo italiano. Dopo un brano di Claudio Molinari (Il disertore di Boris Vian) è toccato a noi e siamo partiti con Mi piace non mi piace, affrontando a modo nostro il tema purtroppo sempre attuale della intolleranza. Poi siamo passati a Sulla carta, eseguita con l'aiuto della Sofia e di uno splendido planisfero "preso a prestito" da Marlo in qualche istituto scolastico. Per L'andirivieni (canzone che evidenzia in modo agrodolce il fatto che la storia del genere umano non sia altro che un susseguirsi di guerre) è entrato in scena il Piccolo Coro della Liberazione, sei giovani birbanti di nostra conoscenza che dall'alto dei loro nove anni sono stati protagonisti di una performance impeccabile, interagendo con Molinari nella poesia introduttiva Tera e guera e dando fiato alle loro ugole durante l'esecuzione del brano. L'ultima canzone è stata ovviamente Bella ciao, eseguita da tutti i protagonisti di Oltre il fiume con il caloroso supporto del pubblico presente in sala. E' stato probabilmente il momento più bello e importante della mia minuscola vita da suonatore di punk mentale. Alla fine, quando ho detto a Pappi che dopo questa esibizione ci saremmo potuti anche sciogliere, lui mi ha giustamente ricordato che lo dico tutte le volte.