sabato 28 settembre 2013

Punk mentale (sperimentale)

 Dopo un paio di esibizioni dei Capra & Cavoli contrassegnate dall'ormai consueto apprezzamento di grandi e piccini i Jean Fabry hanno sentito la necessità di non cullarsi sugli allori imbastendo una performance aliena e straniante al centro culturale Acrylico di Bagnacavallo. Perchè? La domanda è più che mai pertinente, considerato che il luogo e il pubblico erano gli stessi di una delle due suddette performances baciate dal successo (poche ore dopo). Perchè? Innanzitutto tutto si è trattato di una colossale svista tattica, frutto della superficialità e della erronea sensazione di poterla fare franca come se niente fosse; in corso d'opera ci si è resi poi conto della terribile acustica della stanza all'interno nel quale si era scelto di suonare e del totale disinteresse dei convenuti, i quali se ne sono rimasti fuori a chiacchierare e bere rendendosi solo parzialmente conto di quello che accadeva a pochi metri di distanza. Col senno di poi si sarebbe potuto effettuare lo spettacolo all'aperto proponendo una scaletta un po' meno pesante inframmezzata dalle solite baggianate "sdrammatizzanti" (formula che, tutto sommato, funziona): questo avrebbe probabilmente consentito di tornare a casa con una sensazione più positiva, al posto dell'horror vacui che è scaturito alla fine dell'imbarazzante esperimento. Però, c'è un però. Ogni tanto la parte più profonda dei Jean Fabry ha bisogno di manifestarsi, correndo il rischio di cocenti delusioni e diffuso senso di inadeguatezza. Tra l'altro i pochi presenti hanno mostrato di apprezzare Rotoballe e La gatapozla, Marlo è stato protagonista di un paio di bellissime improvvisazioni rumoristiche ne I pappi dei pioppi e in Zavaglio generale mentre io e Pappi abbiamo svolto il nostro compito fino alla fine con ammirevole concentrazione. Quindi, avanti con la recherche nonostante i passi falsi. Forza e coraggio.

sabato 21 settembre 2013

Punk mentale (tradizionale)

Ciclicamente accade che i Jean Fabry si esibiscano alla Fira Di Sett Dulur di Russi, inseriti nella "Vetrina delle band russiane" nonostante oramai i russiani del gruppo siano solo due. E' sempre un piacere, e lo dico sinceramente, perchè dà modo di "giocare in casa" con tutti gli annessi e connessi: le persone che non sanno cosa sia il punk mentale (ma fanno un salto solo perchè ci conoscono come persone "normali" inserite nel tessuto sociale) si rendono conto di quale sia la nostra identità segreta e possono a questo punto levarci il saluto o fare outing entrando nel nostro piccolo ma convinto club di estimatori. Detto questo, com'è andata la serata? Molto bene, a mio avviso: gruppo al completo, bel tiro "rock" (a detta di Roto, e non sempre è una parolaccia), solita incursione della Sofi davanti ai suoi compagni di scuola, multiple esecuzioni di Stringi le viti e anteprima per La gatapozla. Gradita sorpresa finale: erano presenti anche i vecchi amici Bosco e Luca Veroli; quest'ultimo è il depositario principale delle registrazioni video del Jean Fabry originale e sarà molto importante per il prosieguo della recherche. A bientot.