mercoledì 29 dicembre 2010

Le voilà le metro

Hai voluto vedere Parigi, diceva quello. Io l'avevo già vista ma è stato un bel modo di togliersi di dosso un po' della ruggine formatasi nelle ultime ere geologiche. E' stato ovviamente il viaggio della Sofia, che ha fatto (giustamente) il bello e il cattivo tempo: la sua zucca ha immagazzinato una mole enorme di dati e vedremo cosa ne salterà fuori. Per il momento, sono certo che oltre ai monumenti e ai musei, la cosa che le è rimasta più impressa è stato il Metro. Come non capirla? Perdersi nel labirinto di linee, numeri e colori che si snoda sotto la città è un passatempo mica da ridere! E anche per noi vecchi mantiene un che di miracoloso: è da queste cose che si intuisce la forza (e al medesimo tempo la debolezza) del famoso genere umano. Ma questa è filosofia da quattro soldi, ed è sano lasciar stare certi discorsi. Dal mio punto di vista, oltre al piacere di tornare a biascicare francese dopo tanto tempo, devo dire che la mostra di Moebius è stata un bel regalo al me stesso adolescente. E che stavolta non passerà tutto 'sto tempo, prima di tornare a gironzolare per Belleville. E' una promessa.

domenica 26 dicembre 2010

Le voilà le parvenu

L'ultima (e prima) volta che sono stato a Parigi non avevo cellulare nè computer. Ah, non avevo neanche figli. Stavolta è tutto diverso. Voglio proprio vedere dove voglio arrivare.

venerdì 24 dicembre 2010

Hai voluto la bicicletta

E insomma, com'è, come non è, è uscito il nuovo lavoro (?) dei Jean Fabry, Le voilà le velò. E' stata la solita fatica bestia, più che altro il riuscire ad incastrare le ore passate al Dunastudio all'interno della cosiddetta vita reale. Però, come si dice abitualmente, ne è valsa la pena. Se quando ho cominciato a far finta di suonare mi avessero detto che sarei stato coinvolto in avventure come questa non ci avrei creduto. E' chiaro che il web ci ha messo un bello zampone: siamo uno dei triliardi di gruppi che pubblicano roba online, il nostro valore di mercato è prossimo all'attuale temperatura di Oslo (e mi son tenuto largo) ma chi se ne frega del mercato! Certo, la volpe e l'uva, eccetera, eccetera, però è comunque un risultato eccezionale per una famiglia disfunzionale come la nostra. Mal che vada sarà solo una terapia, solo una terapia...

sabato 18 dicembre 2010

A Carrot Is as Close as a Rabbit Gets to a Diamond

Caro Capitano,
dicono in giro che non ci sei più. Sarà. Secondo me, basta mettere su il disco della trota e tu ci sei, eccome se ci sei. Chissà quante volte ti hanno fischiato le orecchie, da quando hai appeso il blues cubista al chiodo. Dicevano che eri il più matto di tutti, o il più grande. Che differenza c'è? Boh. Ad ogni modo, ogni volta che ci si imbatte in qualche cosa di veloce e bulboso salti sempre fuori tu. E il motivo c'è, credimi.

martedì 14 dicembre 2010

mercoledì 8 dicembre 2010

2010, musica

Vabbè, insomma, questi sono i dischi di quest'anno che ho ascoltato di più.

A.A.V.V. - Dio Valzer
Baustelle - I mistici dell'Occidente
Dirty Projectors + Bjork - Mount Wittenberg Orca
Kristin Hersh - Crooked
M.I.A. - Maya
Sufjan Stevens - All delighted people / The age of Adz
These new puritans - Hidden
Vampire Weekend - Contra
Vaselines - Sex with an X
Neil Young - Le Noise

martedì 7 dicembre 2010

Sorry somehow

Caro Grant,
finalmente varchi nuovamente le Alpi per esibirti in Italì e mi sa che non riuscirò a venirti a sentire. L'anno scorso, proprio in questo periodo, sono riuscito a godermi un concerto di Bob e avrei potuto completare l'opera. Gli Husker Du mi hanno salvato la pelle un sacco di volte e mi sarebbe piaciuto ringraziarti di persona per tutto il lavoro che hai fatto da una trentina d'anni a questa parte. Ho visto qualche tua recente performance sul web e ti ho trovato un po' sciupato ma con il cuore in mano, come sempre. Tieni botta, Grant, che la prossima volta non voglio mancare. Lo so, sono un po' un coglione. Ma si vive una volta sola.