mercoledì 29 settembre 2010

La musica da disimpegno (bis)

E così, mentre a pochi metri di distanza la piazza accoglieva la corazzata Radìs, i Jean Fabry hanno concesso il bis nel corridoio dell'Osteria dei 20. Le "M" sessions hanno visto coinvolti Melampo, Molinari, Marlowe e il Musicista Misterioso. Sin dall'inizio non ci siamo posti il problema di confrontarci con l'irripetibile serata di quattro giorni prima e, in mancanza di claque, ci siamo lasciati andare ad una serie di recuperi dal nostro repertorio più laterale (comprese riletture di CCCP, Lio, Ramones, Joy Division, Rosa Balistreri, Jonathan Richman e Housemartins). Poi spazio alle canzoni del sindaco Molinari (del quale prima o poi produrrò un album destinato al successo planetario), il quale non è stato da meno in quanto a covers (Jannacci, Duo di Piadena, Elvis, Sonny Curtis / Bobby Fuller, Casadei, Manfred Mann, Jean Fabry). Insomma, è stata una esperienza vagamente surreale e a tratti straniante: io, almeno, mi son sentito di nuovo giovane e sfigato (mmh, adesso che ci penso non è che le cose siano poi cambiate un granchè, per fortuna), intento a esternare suoni e rumori scostanti e scorbutici. Poi, com'è, come non è, qualcuno ha fatto capolino nel nostro bozzolo e ci siamo trovati un qualcosa di molto simile ad un pubblico, con conseguenti richieste e reazioni più o meno scomposte. Grazie a questi nostri grandi amici siamo giunti alla conclusione in un Wimoweh generale, come del resto dovrebbe sempre essere in una normale società civile.

sabato 25 settembre 2010

La musica da disimpegno

Dopo la musica da camera, la musica da corridoio. Anzi, come da felice intuizione del Geom. Pirazzini, la musica da disimpegno. E' successo all'Osteria dei 20 a Bagnacavallo (RA) in occasione della Festa di San Michele. Dato che questa volta il meteo ci ha fornito pioggia, invece di suonare in cortile ci siamo schierati in orizzontale, spalle al muro (!), lungo il comunicante tunnel d'ingresso. Questa scelta, apparentemente demente, ha sortito una delle serate più divertenti dacchè esistono i Jean Fabry. Nella prima parte, largo ad Ambarabà Cd cocò per i molti bambini (e babbi, e mamme) presenti (Nouru ha comunque richiesto fuori programma "Jonathan Richman" e si è esibito per gli astanti); poi repertorio Jean Fabry con roba vecchia e roba nuova, seminuova, usata. Il calore dei convenuti si è rivelato a tratti imbarazzante. Alla fine, con l'aiuto spontaneo e molto ben accetto di Riccardo e Federico di Radio NK ci siamo anche divertiti (a modo nostro) in una esecuzione corale (nel senso che si facevano i cori) di "Indrì d'zent énn" ("Indietro di cent'anni"), che da pezzo critico e lamentevole si è trasformato in canzone popolare da baldoria. E' stata la prima esibizione post-dimissioni (da suonatore) di Gnelez, che ringrazio pubblicamente in questo spazio (solitamente riservato a cose meno serie) per essere stato in questi tre anni uno degli elementi fondamentali nella (ri)costruzione di ciò che ora sono i Jean Fabry. Per il pianeta Terra forse non vuol dire molto, ma per noialtri, invece, un bel po'.

domenica 12 settembre 2010

Rentrée


E così, ai margini e sfocati come sempre, son tornati i Jean Fabry. Prima uscita uscita a Fusignano per l'Otto Settembre, la festa patronale. Abbiamo svolto egregiamente la consueta missione destabilizzante, facendo "imbestialire" (testuali parole) i clienti di un vicino stand gastronomico ed esibendoci in compagnia del poeta dialettale Eliseo Dalla Vecchia. Grandi momenti. La nostra (ri)conquista della Romagna è proseguita a Piangipane, dove abbiamo indossato principalmente i panni dei Capra & Cavoli per presentare Ambarabà CD cocò e festeggiare i vincitori della locale Maratona di lettura. Consuntivo? Solito caos per mettere in piedi la baracca, ma emozioni a go-go per grandi e piccini. C'è stato anche spazio per proporre il nuovo pezzo Le voilà le velo, con il quale diventeremo per l'ennesima volta ricchi e famosi. Giusto il tempo di fare un salto in studio a registrare.

sabato 4 settembre 2010

Rivoluzione (punto primo)


Quand'è che la pianterò di ringraziare gli automobilisti che si fermano per lasciarmi passare sulle strisce pedonali? Su, basta un piccolo sforzo. Non è che mi fanno un piacere: in un paese civile è una cosa normale. Ringraziando, invece, dò l'impressione che sia una imprevista cortesia non richiesta. Ed è un incoraggiamento per quelli che proseguono fregandosene. Tipo me.