lunedì 26 luglio 2010

Meteopatia


E così è passata anche l'afa. Tutti a dire che caldo che caldo oddio muoio, immemori del fatto che in inverno saremo tutti lì con che freddo che freddo oddio muoio, come se non avessimo niente di meglio da fare. Nel campo davanti a casa mia nè balle tradizionali nè rotoballe: hanno portato via il grano e tanti saluti! Forse lo vanno ad imballare all'estero, che costa meno la mano d'opera e non ci sono i sindacati tra i coglioni. E mentre la mezza estate se ne va ogni anno più velocemente, nella mia testa vagano le solite domande senza risposta. Per esempio: quanta gente EFFETTIVAMENTE c'era al primo concerto dei Sex Pistols a Manchester? C'è chi (David Nolan) ci ha scritto un libro, questo: I Swear I Was There: The Gig That Changed The World. Io lo consiglio a tutti, anche se ovviamente non l'ho letto (è una prassi molto comune). Mai come in questo momento è necessario avere dei punti di riferimento mitici ai quali aggrapparsi, dato che la cosiddetta realtà non è poi che sia quel gran che, diciamocelo. Quindi, ecco: andare al punto zero dell'ultimo movimento situazionista su grande scala (anche se niente nasce dal nulla, e ogni cosa deriva da un'altra e bla e bla e bla) può essere stimolante per chi ha un po' il cervello un po' ossidato, come me. E difatti vedrò di procurarmelo presto, dato che il punk mentale sta ricaricando le pile in vista della rentrée e non voglio farmi trovare impreparato come al solito.

giovedì 15 luglio 2010

Lota Alfunsinesa


Quella che verrà ricordata come la Battaglia Delle Alfonsine è stata indubbiamente vinta.
Jean Fabry e Radio NK sono riusciti nell'improba impresa di trattenere il pubblico sulle seggioline verdi, in giro fiorivano i sorrisi e alla fine la Pinuccia (al secolo Giuseppina Pattuelli, otto anni quando sul Senio c'era il fronte) mi ha letto la sua poesia Lota Alfunsinesa dall'inizio alla fine. E' stata la miglior conclusione possibile di questi mesi di esibizioni. Giungo alla fine sfatto e frastornato. Sono schiavo del punk mentale, che mi obbliga a suonare anche quando ne ho poca voglia. Ma si vede che doveva andare così. O no?

mercoledì 14 luglio 2010

Le jour de gloire est arrivé


Non è musica folk
Non è goliardia
Non è tradizione
Non è avanguardia
Non è avanspettacolo
Non è satira
Non è popolare
Non è intellettuale

E'
Linguàza

14 luglio 2010
ore 21:00
Piazza Gramsci
Alfonsine (RA)

E' un prodotto
Jean Fabry / Radio NK

lunedì 12 luglio 2010

Oops


E' con un agrodolce mélange di nostalgia e rassegnazione che mi tocca registrare il nervosismo e gli scazzi dell'ultima sessione di prove Jean Fabry per Linguàza. Nostalgia perchè in questo lunatico gruppo di solisti la cosa è già successa varie volte; memorabile quella del 2003 durante le prove di Zavaglio generale. La rassegnazione deriva dall'inevitabile esame di realtà: i limiti di questa banda sono sempre più evidenti ed è inutile cercare di superarli. Molto meglio fermarsi al lavoro fatto sino a qui senza imbarcarsi in spericolate fatiche al di sopra delle nostre possibilità. Ed ora via, verso lo spettacolo di Alfonsine, con le dita incrociate e la solita incoscienza. Lunga vita al punk mentale!

domenica 11 luglio 2010

Le seggioline verdi della piazza di Alfonsine


Su questo palco mercoledì 14 luglio 2010 prenderà corpo Linguàza, lo spettacolo ideato dalla strana ammucchiata Jean Fabry - Radio Nk. Quello nella foto è il Wemma, una delle teste parlanti della radio. Linguàza è già stato rappresentato a Russi un paio di anni fa: si tratta di una sorta di viaggio a ritroso nel tempo con l'intenzione di riparare una serie di torti subiti da alcuni autori musicali romagnoli a vantaggio di una lunga serie di smaliziati artisti pop - rock di matrice anglofona. Verranno eseguite le versioni originali dei brani e verranno altresì illustrate le biografie dei nostri sfortunati conterranei. Il nome Linguàza mi venne in mente per il suo doppio significato di sberleffo e di linguaggio poco raffinato. Mi onora il fatto che Ivano Marescotti abbia scelto lo stesso titolo per il suo nuovo spettacolo, rappresentato proprio in questi giorni. Speriamo non se ne esca con un cd chiamato Rotoballe!

sabato 10 luglio 2010

Invasione a chilometri zero


Continua la mia involontaria guerra di conquista domestica. Suonare a Russi (dove dimoro) con i Jean Fabry è stata per l'ennesima volta una bizzarra esperienza, anche perchè in questa occasione si era in centro, ad un angolo di strada, come dei finti buskers indie-snob. Portare il punk mentale alle masse sta diventando sempre di più una missione: nel mezzo della generale e più che logica indifferenza raccogliamo ad ogni esibizione quei pochi ma fondamentali consensi che ci spingono a continuare con questo assurdo, masochistico martirio. Ogni tanto, mentre sono intento a fingermi un suonatore, giungono momentanei sprazzi di lucidità e per un momento affiora anche un po' di sano pudore. Ma niente da fare, la baracca va avanti, senza un apparente controllo, e la sensazione di essere degli invasori della vita altrui non è sufficiente a fermare il misterioso disegno di cui ormai nessuno di noi ricorda più un accidente. Così naufraghiamo (come si direbbe in poetese), alla deriva in un mare di amici, parenti, conoscenti, ex compagni di scuola, ex colleghi di lavoro, volti noti e meno noti del paesone, quello-è-il-figlio-del-tale, quello-è-il-babbo-della-tale, gente che fa finta di non vederti, gente che si sbraccia per salutare, carabinieri, cartolai, farmacisti, piccoli imprenditori, giovani speranze, vecchi punk (anche se i punk non invecchiano), eccetera. Proprio come uno di quegli strani sogni da indigestione, dove tutto si mescola in maniera casuale e non si capisce mai quale sia il punto. E ci si rende conto, con un misto di impotenza e stupore, che potrebbe anche durare all'infinito.